sabato 29 agosto 2009

XXII Domenica del Tempo Ordinario (30 agosto 2009) - ANNO B

IL VANGELO DEL GIORNO DI FESTA (Mc 7,1-8.14-15.21-23)

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate - i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti -, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini". Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall'uomo a renderlo impuro».
E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, in­ganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall'interno e rendono impuro l'uomo».

martedì 25 agosto 2009

Medjugorje - messaggio del 25 agosto 2009

"Cari figli, oggi vi invito di nuovo alla conversione.
Figlioli, non siete abbastanza santi e non irradiate santità agli altri, perciò pregate, pregate, pregate e lavorate sulla conversione personale affinchè siate segno dell’amore di Dio per gli altri.
Io sono con voi e vi guido verso l’eternità alla quale deve anelare ogni cuore.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

domenica 23 agosto 2009

XXI Domenica del Tempo Ordinario (23 agosto 2009) - ANNO B

IL VANGELO DEL GIORNO DI FESTA (Gv 6, 60-69)

+ Dal Vangelo secondo Giovanni


In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza?
E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima?
È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita.
Ma tra voi vi sono alcuni che non credono
».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito.
E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?».
Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

Parola di Vita - Agosto 2009

"Dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine" (Gv 13,1)

Sai quando il Vangelo riporta questa frase?
La scrive l’evangelista Giovanni prima che Gesù si accinga a lavare i piedi ai suoi discepoli e si prepari alla sua passione.
Negli ultimi momenti che vive con i suoi Gesù manifesta in modo supremo e più esplicito l’amore che da sempre nutriva per loro.

"Dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine".
Le parole "sino alla fine" significano: fino alla fine della sua vita, fino all’ultimo respiro.
Ma vi è anche in esse l’idea della perfezione. Vogliono dire: li amò completamente, totalmente, con una intensità estrema, fino al culmine.
I discepoli di Gesù rimarranno nel mondo mentre Gesù sarà nella gloria.
Si sentiranno soli, dovranno superare tante prove; proprio per quei momenti Gesù vuole che siano sicuri del suo amore.

"Dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine".
Non senti in questa frase lo stile di vita del Cristo, il suo modo di amare?
Lava i piedi ai discepoli.
Il suo amore lo porta fino a questo servizio, a quel tempo riservato agli schiavi.
Gesù si sta preparando alla tragedia del Calvario per dare ai "suoi" e a tutti, oltre le sue straordinarie parole, oltre gli stessi suoi miracoli, oltre tutte le sue opere, anche la vita.
Ne avevano bisogno, il bisogno più grande che ha ogni uomo; quello di essere liberato dal peccato, che significa dalla morte, e poter entrare nel regno dei cieli.
Dovevano aver pace e gioia nella Vita che non finisce più.
E Gesù si offre alla morte, gridando l’abbandono del Padre, fino al punto di poter dire alla fine: "tutto è compiuto".

"Dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine".
Vi è in queste parole la tenacia dell’amore d’un Dio e la dolcezza dell’affetto d’un fratello.
Anche noi cristiani, perché Cristo è in noi, possiamo amare così.
Ora però non ti vorrei proporre tanto di imitare Gesù nel morire (quand’era la sua ora) per gli altri: non ti vorrei offrire, come necessari modelli, padre Kolbe che muore al posto d’un fratello prigioniero, né padre Damiano che, divenuto lebbroso con i lebbrosi, muore con loro e per loro. Può darsi che mai, nel corso degli anni, ti sia chiesto di offrire la tua vita fisica per i fratelli. Ciò che Dio però certamente ti domanda è di amarli fino in fondo, fino alla fine, fino al punto che anche tu possa dire: "tutto è compiuto".
Così ha fatto la piccola Cetti, di 11 anni, di una città italiana.
Ha visto la sua amichetta e compagna Giorgina, della stessa età, molto triste.
Vuole tranquillizzarla, ma non ci riesce.
Vuol allora andare fino in fondo e sapere il perché della sua angoscia.
Le è morto il papà e la mamma l’ha lasciata sola presso la nonna, andando a vivere con un altro uomo.
Cetti intuisce la tragedia e si muove.
Chiede, pur piccola, alla compagna di poter parlare con la sua mamma, ma Giorgina la prega di accompagnarla prima sulla tomba del suo papà.
Cetti la segue con grande amore e sente Giorgina implorare nel pianto il babbo perché venga a prenderla.
A Cetti il cuore si spezza.
C’è lì una piccola chiesa diroccata, entrano.
Sono rimasti soltanto un piccolo tabernacolo ed un Crocifisso.
Cetti dice: "Guarda, in questo mondo, tutto verrà distrutto, ma quel Crocifisso e quel tabernacolo resteranno!". Giorgina, asciugandosi le lacrime, risponde: "Sì, hai ragione tu!".
Poi, con garbo, Cetti prende Giorgina per mano e l’accompagna dalla mamma.
Arrivata, con decisione le rivolge queste parole: "Guardi, signora, non sono cose che riguardano me; ma io le dico che lei ha lasciato la sua figlia senza un affetto materno di cui ha bisogno. E le dico ancora una cosa: che lei non sarà mai in pace finché non l’avrà presa con sé e non si sarà pentita".
Il giorno dopo Cetti sostiene con amore Giorgina che ritrova a scuola.
Ma ecco il fatto nuovo: una macchina viene a prendere Giorgina: la guida la mamma.
E da quel giorno la macchina ritorna, perché Giorgina ormai vive con lei, che ha abbandonato decisamente l’amicizia con quell’uomo. Della piccola e grande azione di Cetti, si può dire "tutto è compiuto".
Ha fatto bene ogni cosa.
Fino in fondo.
E c’è riuscita.
Pensaci un po’.
Quante volte hai incominciato a prenderti cura di qualcuno che poi hai abbandonato, facendo tacere la tua coscienza con mille scuse?
Quante azioni hai iniziato con entusiasmo che poi non hai proseguito di fronte a difficoltà che ti sembravano superiori alle tue forze?...
La lezione che oggi Gesù ti dà è questa:

"Dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine".
Fa' così. E se un giorno Dio ti chiedesse sul serio la vita, non tentennerai. I martiri andavano alla morte cantando. E il premio sarà la più grande gloria, perché Gesù ha detto che nessuno al mondo ha più grande amore di colui che versa il suo sangue per i suoi amici.

Chiara Lubich

venerdì 14 agosto 2009

XX Domenica del Tempo Ordinario (16 agosto 2009) - ANNO B

IL VANGELO DEL GIORNO DI FESTA (Gv 6, 51-58)

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.
Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui.
Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono.
Chi mangia questo pane vivrà in eterno
».


Assunzione della Beata Vergine Maria (15 agosto 2009)

IL VANGELO DEL GIORNO DI FESTA (Lc 1, 39-56)

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

domenica 9 agosto 2009

XIX Domenica del Tempo Ordinario (09 agosto 2009) - ANNO B

IL VANGELO DEL GIORNO DI FESTA (Gv 6, 41-51)

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo».
E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: "Sono disceso dal cielo"?».
Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi.
Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: "E tutti saranno istruiti da Dio".
Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me.
Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre.
In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita.
I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.
Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo
».

sabato 1 agosto 2009

Perdono di Assisi (2 agosto 2009)

Una notte del 1216, Francesco era in preghiera nella chiesa della Porziuncola. Improvvisamente una luce fortissima distolse Francesco dalla sua preghiera che così vide, sopra l’altare, Gesù con, alla sua destra, Maria, sua madre, e un coro di Angeli. La visione gli chiese cosa desiderasse per la salvezza delle anime e la risposta di Francesco fu la richiesta di un ampio e generoso perdono per i peccati di ognuno.

La sua richiesta venne esaudita e da quell’anno, con il permesso di papa Onorio III, prima e dei Pontefici successivi poi, il 2 agosto tutta la famiglia francescana festeggia, a Santa Maria degli Angeli, la festa del perdono.

L’indulgenza è concessa per tutti coloro (personalmente o per i defunti) che dalla sera del 1 agosto alla mezzanotte del 2 si saranno recati in una chiesa parrocchiale o in una chiesa francescana ed avranno pregato per il Papa nonché confessati e comunicati ed aver recitato il Credo.

Secondo il sito della Porziuncola ecco le condizioni necessarie per ricevere il perdono di Assisi :

  • Confessione per essere in grazia di Dio (negli otto giorni precedenti o seguenti)
  • Partecipazione alla Messa ed alla Comunione Eucaristica
  • Visita alla chiesa della Porziuncola in Assisi o ad una chiesa parrocchiale o francescana e rinnovo della professione di fede mediante la recita del CREDO, per riaffermare la propria identità cristiana.
  • La recita del Padre nostro, per riaffermare la nostra dignità di figli di Dio, ricevuta nel battesimo
  • Una preghiera secondo le intenzioni del Papa, per riaffermare la propria appartenenza alla Chiesa
  • Una preghiera per il Papa.

Per chi volesse seguire, in diretta da Assisi, le celebrazioni per la festa del perdono si può collegare con la WEB TV della Porziuncola. ecco gli orari: domenica 2 agosto S. Messe ore 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 17 - 18; Secondi Vespri ore 19.30

XVIII Domenica del Tempo Ordinario (02 agosto 2009) - ANNO B

IL VANGELO DEL GIORNO DI FESTA (Gv 6, 24-35)

+ Dal Vangelo secondo Giovanni


In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù.
Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbi, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati.
Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà.
Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo
».
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?».
Gesù rispose loro: «Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai?
I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: "Diede loro da mangiare un pane dal cielo"
».
Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mose che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero.
Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo
».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».
Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».