lunedì 26 ottobre 2009
Medjugorje - messaggio del 25 ottobre 2009
Pregate, digiunate e testimoniate con gioia la vostra fede, figlioli, e il vostro cuore sia sempre riempito di preghiera.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata."
domenica 11 ottobre 2009
XXVIII Domenica del Tempo Ordinario (11 ott 2009) - ANNO B
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?».
Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: "Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre"».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza».
Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!».
Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!».
I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».
Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?».
Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».
sabato 3 ottobre 2009
XXVII Domenica del Tempo Ordinario (04 ott 2009) - ANNO B (S.Francesco d'Assisi)
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli.
Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te.
Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.
Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime.
Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».
venerdì 2 ottobre 2009
Medjugorje - messaggio del 2 ottobre 2009
“Cari figli, mentre vi guardo, il cuore mi si stringe dal dolore.
Dove andate, figli miei?
Siete così immersi nel peccato che non sapete fermarvi?
Vi giustificate col peccato e vivete secondo esso.
Inginocchiatevi sotto la croce e guardate Mio Figlio.
Lui ha vinto il peccato ed è morto affinché voi, figli miei, viviate.
Permettete che vi aiuti perché non moriate, ma viviate con mio Figlio per sempre.
Vi ringrazio!”.
domenica 27 settembre 2009
XXVI Domenica del Tempo Ordinario (27 sett 2009) - ANNO B (S.Vincenzo de' Paoli)
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva».
Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.
Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare.
Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile.
E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geenna.
E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».
venerdì 25 settembre 2009
Medjugorje - messaggio del 25 settembre 2009
Offrite tutte la vostre gioie e tristezze al mio cuore Immacolato cosicchè vi possa guidare tutti al mio Figlio prediletto affinchè nel suo cuore troviate la gioia.
Sono con voi per insegnarvi e guidarvi verso l’eternità.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata."
sabato 19 settembre 2009
Lourdes 2008
Lo trovate anche in Alta Qualità sul mio canale Youtube
http://www.youtube.com/watch?v=8jQuqcxtH4w
XXV Domenica del Tempo Ordinario (20 sett 2009) - ANNO B
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse.
Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà».
Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnào.
Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?».
Ed essi tacevano.
Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande.
Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
venerdì 11 settembre 2009
XXIV Domenica del Tempo Ordinario (13 settembre 2009) - ANNO B
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?».
Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti».
Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?».
Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo».
E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell'uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente.
Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo.
Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va' dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà».
sabato 5 settembre 2009
Parola di Vita - Settembre 2009
Tutto il Vangelo è una rivoluzione.
Non c’è parola di Cristo che assomigli a quella degli uomini.
Senti questa: “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose (le necessità della vita) vi saranno date in aggiunta”
La prima preoccupazione dell’uomo, in genere, è la ricerca ansiosa di ciò che è necessario per dare sicurezza alla sua esistenza.
Forse è così anche per te.
Ebbene Gesù ti mette di fronte al “suo” modo di vedere e ti offre un suo modo di agire.
Ti domanda un comportamento totalmente diverso da quello usuale, e da tenersi non una sola volta, ma sempre.
E’ questo: cercare prima il regno di Dio.
Quando sarai orientato con tutto il tuo essere verso Dio e farai di tutto perché egli regni (cioè governi la tua vita con le sue leggi) dentro di te e negli altri, il Padre ti darà ciò di cui hai bisogno giorno per giorno.
Se invece ti preoccupi innanzitutto di te stesso, finisci col curarti principalmente delle cose di questo mondo e cadi vittima di esse.
Finisci col vedere nei beni di questa terra il “tuo” vero problema, il “fine” di tutti i tuoi sforzi.
E ti nasce dentro la grave tentazione di contare unicamente sulle tue forze e di fare a meno di Dio.
“Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta”
Gesù capovolge la situazione.
Se prima tua preoccupazione sarà Lui, vivere per Lui, allora il resto non costituirà più il problema principale della tua esistenza, ma una “aggiunta” o un “sovrappiù”.
Utopia? Parola irrealizzabile per te, uomo moderno, oggi, in un mondo industrializzato dove vige la concorrenza e che è spesso in crisi economica?
Ti ricordo semplicemente che le difficoltà concrete di sussistenza per la gente di Galilea, non erano molto minori quando Gesù pronunciò queste parole.
Non è questione di utopia o meno, Gesù ti pone dinanzi all’impostazione fondamentale della tua vita: o vivi per te, o vivi per Dio.
Ma cerchiamo ora di capire bene questa parola:
“Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta”.
Gesù non ti esorta all’immobilismo, alla passività per le cose terrene, ad una condotta irresponsabile o superficiale nel lavoro.
Gesù vuole cambiare la “preoccupazione” in “occupazione”, togliendoti l’ansia, la paura, l’inquietudine.
Egli dice infatti: “cercate ‘prima’ il regno…”.
Il senso di “prima” è “sopra ogni cosa”.
La ricerca del regno di Dio è messa al primo posto e non esclude che il cristiano debba anche occuparsi delle necessità della sua vita.
“Cercare il regno di Dio e la sua giustizia”, poi, significa avere una condotta conforme alle esigenze di Dio manifestate da Gesù nel suo Vangelo.
Soltanto cercando il regno di Dio, il cristiano sperimenterà la potenza meravigliosa del Padre in suo favore.
Ti narro un episodio.
E’ di tempo fa, eppure appare di una incredibile attualità.
Conosco infatti numerosi ragazzi e giovani che si comportano ora come agiva quella ragazza.
Si chiamava Elvira.
Frequentava le magistrali.
Era povera.
Solo una media alta le poteva assicurare il proseguimento degli studi.
Possedeva una fede forte.
Il suo professore di filosofia era ateo, cosicché non di rado mostrava le verità su Cristo e sulla Chiesa sfocate, se non deformate.
Il cuore della ragazza bolliva.
Non per sé, ma per l’amore a Dio, alla verità e alle sue compagne.
Pur conscia che contraddicendo il professore avrebbe potuto avere un cattivo voto, ciò che sentiva dentro era più forte di lei.
Alzava la mano in ogni occasione, domandava la parola: “Non è vero, professore”.
Forse qualche volta non avrà avuto tutti gli argomenti per controbattere le disquisizioni del professore, ma in quel “non è vero” c’era la sua fede, che è dono di verità e fa pensare.
Le compagne, che l’amavano, cercavano di dissuaderla dai suoi interventi perché non le fossero dannosi.
Ma non riuscivano.
Passano alcuni mesi.
E’ l’ora di distribuire la pagella.
La ragazza la prende e trema.
Poi un tuffo di gioia.
Dieci! Il massimo voto.
Aveva cercato innanzitutto che Dio e la sua verità regnassero e il resto era venuto in sovrappiù.
“Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta”
Se anche tu cercherai il regno del Padre, sperimenterai che Dio è Provvidenza per tutte le esigenze della tua vita. Scoprirai la normale straordinarietà del Vangelo.
Chiara Lubich
Pubblicata per la prima volta nel maggio 1979
XXIII Domenica del Tempo Ordinario (06 settembre 2009) - ANNO B
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!».
E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno.
Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
sabato 29 agosto 2009
XXII Domenica del Tempo Ordinario (30 agosto 2009) - ANNO B
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate - i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti -, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini". Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall'uomo a renderlo impuro».
E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall'interno e rendono impuro l'uomo».
martedì 25 agosto 2009
Medjugorje - messaggio del 25 agosto 2009
Figlioli, non siete abbastanza santi e non irradiate santità agli altri, perciò pregate, pregate, pregate e lavorate sulla conversione personale affinchè siate segno dell’amore di Dio per gli altri.
Io sono con voi e vi guido verso l’eternità alla quale deve anelare ogni cuore.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata."
domenica 23 agosto 2009
XXI Domenica del Tempo Ordinario (23 agosto 2009) - ANNO B
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza?
E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima?
È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita.
Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito.
E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?».
Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».
Parola di Vita - Agosto 2009
Sai quando il Vangelo riporta questa frase?
La scrive l’evangelista Giovanni prima che Gesù si accinga a lavare i piedi ai suoi discepoli e si prepari alla sua passione.
Negli ultimi momenti che vive con i suoi Gesù manifesta in modo supremo e più esplicito l’amore che da sempre nutriva per loro.
"Dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine".
Le parole "sino alla fine" significano: fino alla fine della sua vita, fino all’ultimo respiro.
Ma vi è anche in esse l’idea della perfezione. Vogliono dire: li amò completamente, totalmente, con una intensità estrema, fino al culmine.
I discepoli di Gesù rimarranno nel mondo mentre Gesù sarà nella gloria.
Si sentiranno soli, dovranno superare tante prove; proprio per quei momenti Gesù vuole che siano sicuri del suo amore.
"Dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine".
Non senti in questa frase lo stile di vita del Cristo, il suo modo di amare?
Lava i piedi ai discepoli.
Il suo amore lo porta fino a questo servizio, a quel tempo riservato agli schiavi.
Gesù si sta preparando alla tragedia del Calvario per dare ai "suoi" e a tutti, oltre le sue straordinarie parole, oltre gli stessi suoi miracoli, oltre tutte le sue opere, anche la vita.
Ne avevano bisogno, il bisogno più grande che ha ogni uomo; quello di essere liberato dal peccato, che significa dalla morte, e poter entrare nel regno dei cieli.
Dovevano aver pace e gioia nella Vita che non finisce più.
E Gesù si offre alla morte, gridando l’abbandono del Padre, fino al punto di poter dire alla fine: "tutto è compiuto".
"Dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine".
Vi è in queste parole la tenacia dell’amore d’un Dio e la dolcezza dell’affetto d’un fratello.
Anche noi cristiani, perché Cristo è in noi, possiamo amare così.
Ora però non ti vorrei proporre tanto di imitare Gesù nel morire (quand’era la sua ora) per gli altri: non ti vorrei offrire, come necessari modelli, padre Kolbe che muore al posto d’un fratello prigioniero, né padre Damiano che, divenuto lebbroso con i lebbrosi, muore con loro e per loro. Può darsi che mai, nel corso degli anni, ti sia chiesto di offrire la tua vita fisica per i fratelli. Ciò che Dio però certamente ti domanda è di amarli fino in fondo, fino alla fine, fino al punto che anche tu possa dire: "tutto è compiuto".
Così ha fatto la piccola Cetti, di 11 anni, di una città italiana.
Ha visto la sua amichetta e compagna Giorgina, della stessa età, molto triste.
Vuole tranquillizzarla, ma non ci riesce.
Vuol allora andare fino in fondo e sapere il perché della sua angoscia.
Le è morto il papà e la mamma l’ha lasciata sola presso la nonna, andando a vivere con un altro uomo.
Cetti intuisce la tragedia e si muove.
Chiede, pur piccola, alla compagna di poter parlare con la sua mamma, ma Giorgina la prega di accompagnarla prima sulla tomba del suo papà.
Cetti la segue con grande amore e sente Giorgina implorare nel pianto il babbo perché venga a prenderla.
A Cetti il cuore si spezza.
C’è lì una piccola chiesa diroccata, entrano.
Sono rimasti soltanto un piccolo tabernacolo ed un Crocifisso.
Cetti dice: "Guarda, in questo mondo, tutto verrà distrutto, ma quel Crocifisso e quel tabernacolo resteranno!". Giorgina, asciugandosi le lacrime, risponde: "Sì, hai ragione tu!".
Poi, con garbo, Cetti prende Giorgina per mano e l’accompagna dalla mamma.
Arrivata, con decisione le rivolge queste parole: "Guardi, signora, non sono cose che riguardano me; ma io le dico che lei ha lasciato la sua figlia senza un affetto materno di cui ha bisogno. E le dico ancora una cosa: che lei non sarà mai in pace finché non l’avrà presa con sé e non si sarà pentita".
Il giorno dopo Cetti sostiene con amore Giorgina che ritrova a scuola.
Ma ecco il fatto nuovo: una macchina viene a prendere Giorgina: la guida la mamma.
E da quel giorno la macchina ritorna, perché Giorgina ormai vive con lei, che ha abbandonato decisamente l’amicizia con quell’uomo. Della piccola e grande azione di Cetti, si può dire "tutto è compiuto".
Ha fatto bene ogni cosa.
Fino in fondo.
E c’è riuscita.
Pensaci un po’.
Quante volte hai incominciato a prenderti cura di qualcuno che poi hai abbandonato, facendo tacere la tua coscienza con mille scuse?
Quante azioni hai iniziato con entusiasmo che poi non hai proseguito di fronte a difficoltà che ti sembravano superiori alle tue forze?...
La lezione che oggi Gesù ti dà è questa:
"Dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine".
Fa' così. E se un giorno Dio ti chiedesse sul serio la vita, non tentennerai. I martiri andavano alla morte cantando. E il premio sarà la più grande gloria, perché Gesù ha detto che nessuno al mondo ha più grande amore di colui che versa il suo sangue per i suoi amici.
Chiara Lubich
venerdì 14 agosto 2009
XX Domenica del Tempo Ordinario (16 agosto 2009) - ANNO B
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.
Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui.
Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono.
Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Assunzione della Beata Vergine Maria (15 agosto 2009)
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
domenica 9 agosto 2009
XIX Domenica del Tempo Ordinario (09 agosto 2009) - ANNO B
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo».
E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: "Sono disceso dal cielo"?».
Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi.
Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: "E tutti saranno istruiti da Dio".
Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me.
Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre.
In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita.
I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.
Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
sabato 1 agosto 2009
Perdono di Assisi (2 agosto 2009)
La sua richiesta venne esaudita e da quell’anno, con il permesso di papa Onorio III, prima e dei Pontefici successivi poi, il 2 agosto tutta la famiglia francescana festeggia, a Santa Maria degli Angeli, la festa del perdono.
L’indulgenza è concessa per tutti coloro (personalmente o per i defunti) che dalla sera del 1 agosto alla mezzanotte del 2 si saranno recati in una chiesa parrocchiale o in una chiesa francescana ed avranno pregato per il Papa nonché confessati e comunicati ed aver recitato il Credo.
Secondo il sito della Porziuncola ecco le condizioni necessarie per ricevere il perdono di Assisi :
- Confessione per essere in grazia di Dio (negli otto giorni precedenti o seguenti)
- Partecipazione alla Messa ed alla Comunione Eucaristica
- Visita alla chiesa della Porziuncola in Assisi o ad una chiesa parrocchiale o francescana e rinnovo della professione di fede mediante la recita del CREDO, per riaffermare la propria identità cristiana.
- La recita del Padre nostro, per riaffermare la nostra dignità di figli di Dio, ricevuta nel battesimo
- Una preghiera secondo le intenzioni del Papa, per riaffermare la propria appartenenza alla Chiesa
- Una preghiera per il Papa.
Per chi volesse seguire, in diretta da Assisi, le celebrazioni per la festa del perdono si può collegare con la WEB TV della Porziuncola. ecco gli orari: domenica 2 agosto S. Messe ore 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 17 - 18; Secondi Vespri ore 19.30
XVIII Domenica del Tempo Ordinario (02 agosto 2009) - ANNO B
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù.
Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbi, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati.
Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà.
Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?».
Gesù rispose loro: «Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai?
I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: "Diede loro da mangiare un pane dal cielo"».
Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mose che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero.
Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».
Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
sabato 25 luglio 2009
XVII Domenica del Tempo Ordinario (26 luglio 2009) - ANNO B
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli.
Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?».
Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere.
Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?».
Rispose Gesù: «Fateli sedere».
C’era molta erba in quel luogo.
Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.
E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto».
Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!».
Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.
Medjugorje - messaggio del 25 luglio 2009
Grazie per aver risposto alla mia chiamata."
domenica 19 luglio 2009
Parola di Vita - Luglio 2009
Sei giovane e reclami una vita ideale, totalitaria, radicale?
Senti Gesù.
Nessuno al mondo ti chiede tanto.
Sei nell’occasione di dimostrare la tua fede e la tua generosità, il tuo eroismo.
Sei maturo e brami un’esistenza seria, impegnata, ma sicura?
O anziano e desideri vivere i tuoi ultimi anni abbandonato a chi non inganna, senza preoccupazioni che ti logorano?
Vale anche per te questa parola di Gesù.
Essa conclude infatti una serie di esortazioni nelle quali Gesù ti invita a non preoccuparti di ciò che mangerai e vestirai, esattamente come fanno gli uccelli dell’aria che non seminano e i gigli del campo che non filano.
Devi bandire perciò dal tuo cuore ogni ansia per le cose della terra, perché il Padre ti ama assai più degli uccelli e dei fiori, e pensa lui stesso a te.
Per questo ti dice:
"Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma".
Il Vangelo è, nel suo insieme ed in ogni sua parola, una richiesta totale agli uomini di ciò che sono e di ciò che hanno.
Dio non domandava tanto prima che venisse Cristo.
L’Antico Testamento considerava un bene, una benedizione di Dio la ricchezza terrena e, se chiedeva di far elemosina ai bisognosi, era per ottenere benevolenza dall’Onnipotente.
Più tardi, nel giudaismo, il pensiero della ricompensa nell’aldilà era diventato più comune.
Un re rispondeva a chi gli rimproverava di sperperare i suoi beni: "I miei avi accumularono tesori per quaggiù, io invece ho accumulato tesori per lassù". […].
Ora l’originalità della parola di Gesù sta nel fatto che lui ti chiede il dono totale, ti domanda tutto.
Vuole che tu sia un figlio spensierato, senza preoccupazioni per il mondo, un figlio che si appoggia soltanto su di lui.
Egli sa che la ricchezza è un enorme ostacolo per te, perché essa occupa il tuo cuore, mentre egli vuole avere tutto lo spazio per sé.
Ecco quindi la raccomandazione: "Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma".
E se non puoi disfarti dei beni materialmente, perché sei legato ad altre persone, o perché la tua posizione ti obbliga ad un contorno dignitoso ed adeguato, certamente devi staccarti dai beni spiritualmente ed essere nei loro confronti un semplice amministratore.
Così, mentre tratti con la ricchezza ami gli altri e, amministrandola per loro, ti fai un tesoro che il tarlo non corrode e il ladro non porta via.
Ma sei certo che devi tenere tutto?
Ascolta la voce di Dio dentro di te; consigliati, se non sai decidere.
Vedrai quante cose superflue troverai fra ciò che hai.
Non tenerle.
Dà, dà, a chi non ha.
Metti in pratica la parola di Gesù: "Vendi… e dà".
Così riempirai le borse che non invecchiano.
E’ logico che per vivere nel mondo occorra interessarsi anche di denaro, anche di roba.
Ma Dio vuole che ti occupi, non che ti preoccupi.
Occupati di quel minimo che è indispensabile per vivere secondo il tuo stato, secondo le tue condizioni.
Per il resto: "Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma".
Paolo VI era veramente povero.
Lo ha testimoniato il modo col quale ha voluto essere sepolto: in una povera bara, nella vera terra.
Poco prima di morire aveva detto a suo fratello: "Da tempo ho preparato le valigie per quell’impegnativo viaggio".
Ecco, questo devi fare: preparare le valigie.
Ai tempi di Gesù si chiamavano forse borse.
Preparale giorno per giorno.
Riempile più che puoi di ciò che può essere utile agli altri.
Hai veramente ciò che dai.
Pensa a quanta fame c’è nel mondo.
A quanta sofferenza.
A quanti bisogni…
Riponivi anche ogni atto d’amore, ogni opera in favore dei fratelli.
Compi queste azioni per lui.
Diglielo nel tuo cuore: per Te.
Ed adempile bene, con perfezione.
Sono destinate al Cielo, rimarranno per l’eternità.
Chiara Lubich
Parola di vita, marzo 1979, pubblicata per intero in Essere la Tua Parola. Chiara Lubich e cristiani di tutto il mondo, vol. I, Città Nuova, Roma 1980, pp.189-191.
XVI Domenica del Tempo Ordinario (19 luglio 2009) - ANNO B
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato.
Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’».
Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte.
Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
lunedì 13 luglio 2009
Apparizione Medjugorje 10 luglio 2009
«Stasera la Gospa è venuta gioiosa e felice. All’inizio, ci ha salutato tutti col suo abituale materno saluto: “Sia lodato Gesù, cari figli miei, figliolini miei!”. Dopo questo la Gospa ha detto:
“Cari figli, anche oggi vi invito in questo tempo di grazia: aprite i vostri cuori, apritevi allo Spirito Santo.
Cari figli, in particolare stasera vi invito a pregare per il dono del perdono.
Perdonate, cari figli, amate.
Sappiate, cari figli, che la Madre prega per voi e intercede presso Suo figlio.
Grazie, cari figli, per avermi accolto anche oggi, aver accolto i miei messaggi e perché vivete i miei messaggi”.
Dopo questo, la Gospa ha pregato su di noi con le mani distese, ha pregato in particolare sui malati presenti, ha benedetto tutti noi con la sua Benedizione materna e ha benedetto tutti gli oggetti che abbiamo portato per la benedizione.
Dopo questo Ivan ha raccomandato alla Gospa tutti noi, i nostri bisogni, le nostre intenzioni, le nostre famiglie e in particolare i malati. Dopo questo la Gospa ha pregato un tempo per i malati presenti con le mani distese.
Abbiamo pregato con la Gospa un Padre nostro e un Gloria al Padre e poi la Gospa se n’è andata nel segno della luce e della croce col saluto: “Andate in pace, cari figli miei!”»
tratto da: Info da Medjugorje
domenica 12 luglio 2009
XV Domenica del Tempo Ordinario (12 luglio 2009) - Anno B
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
sabato 4 luglio 2009
XIV Domenica del Tempo Ordinario (05 luglio 2009) - ANNO B
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga.
E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?».
Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua».
E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì.
E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
giovedì 2 luglio 2009
Medjugorje messaggio del 2 luglio 2009
Cari figli!
Io vi chiamo perché ho bisogno di voi.
Ho bisogno di cuori pronti ad un amore immenso.
Di cuori non appesantiti dalla vanità.
Di cuori che sono pronti ad amare come ha amato mio Figlio, che sono pronti a sacrificarsi come si è sacrificato mio Figlio.
Ho bisogno di voi.
Per poter venire con me, perdonate voi stessi, perdonate gli altri e adorate mio Figlio.
Adoratelo anche per coloro che non l’hanno conosciuto, che non lo amano.
Per questo ho bisogno di voi, per questo vi chiamo.
Vi ringrazio.
tratto da:infodamedjugorje
sabato 27 giugno 2009
XIII Domenica del Tempo Ordinario (28 giugno 2009) - ANNO B
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare.
E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata».
E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?».
I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo.
E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità.
Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?».
Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!».
E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme».
E lo deridevano.
Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina.
Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!».
E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni.
Essi furono presi da grande stupore.
E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.
giovedì 25 giugno 2009
Medjugorje - messaggio del 25 giugno 2009
Pregate che nei vostri cuori Dio sia al centro della vostra vita e testimoniate con la vostra vita, figlioli, affinchè ogni creatura possa sentire l’amore di Dio.
Siate le mie mani tese per ogni creatura, affinchè ognuna si avvicini al Dio dell’amore.
Io vi benedico con la materna benedizione.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata."
sabato 20 giugno 2009
XII Domenica del Tempo Ordinario (21 giugno 2009) - ANNO B
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva».
E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca.
C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena.
Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva.
Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!».
Il vento cessò e ci fu grande bonaccia.
Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
domenica 14 giugno 2009
Sequenza del CORPUS DOMINI (latino)
- Lauda Sion Salvatórem
- Lauda ducem et pastórem
- In hymnis et cánticis.
- Quantum potes, tantum aude:
- Quia major omni laude,
- Nec laudáre súfficis.
- Laudis thema speciális,
- Panis vivus et vitális,
- Hódie propónitur.
- Quem in sacræ mensa cœnæ,
- Turbæ fratrum duodénæ
- Datum non ambígitur.
- Sit laus plena, sit sonóra,
- Sit jucúnda, sit decóra
- Mentis jubilátio.
- Dies enim solémnis ágitur,
- In qua mensæ prima recólitur
- Hujus institútio.
- In hac mensa novi Regis,
- Novum Pascha novæ legis,
- Phase vetus términat.
- Vetustátem nóvitas,
- Umbram fugat véritas,
- Noctem lux elíminat.
- Quod in cœna Christus gessit,
- Faciéndum hoc expréssit
- In sui memóriam.
- Docti sacris institútis,
- Panem, vinum, in salútis
- Consecrámus hóstiam.
- Dogma datur Christiánis,
- Quod in carnem transit panis,
- Et vinum in sánguinem.
- Quod non capis, quod non vides,
- Animósa firmat fides,
- Præter rerum ordinem.
- Sub divérsis speciébus,
- Signis tantum, et non rebus,
- Latent res exímiæ.
- Caro cibus, sanguis potus:
- Manet tamen Christus totus,
- Sub utráque spécie.
- A suménte non concísus,
- Non confráctus, non divísus:
- Integer accípitur.
- Sumit unus, sumunt mille:
- Quantum isti, tantum ille:
- Nec sumptus consúmitur.
- Sumunt boni, sumunt mali:
- Sorte tamen inæquáli,
- Vitæ vel intéritus.
- Mors est malis, vita bonis:
- Vide paris sumptiónis
- Quam sit dispar éxitus.
- Fracto demum Sacraménto,
- Ne vacílles, sed memento,
- Tantum esse sub fragménto,
- Quantum toto tégitur.
- Nulla rei fit scissúra:
- Signi tantum fit fractúra:
- Qua nec status nec statúra
- Signáti minúitur.
- Ecce panis Angelórum,
- Factus cibus viatórum:
- Vere panis fíliórum,
- Non mittendus cánibus.
- In figúris præsignátur,
- Cum Isaac immolátur:
- Agnus paschæ deputátur
- Datur manna pátribus.
- Bone pastor, panis vere,
- Jesu, nostri miserére:
- Tu nos pasce, nos tuére:
- Tu nos bona fac vidére
- In terra vivéntium.
- Tu, qui cuncta scis et vales:
- Qui nos pascis hic mortales:
- Tuos ibi commensáles,
- Cohærédes et sodales,
- Fac sanctórum cívium.
- Amen.
- Allelúja.
Sequenza del CORPUS DOMINI
la tua guida, il tuo pastore
con inni e cantici.
Impegna tutto il tuo fervore:
egli supera ogni lode,
non vi è canto che sia degno.
Pane vivo, che dà vita:
questo è tema del tuo canto,
oggetto della lode.
Veramente fu donato
agli apostoli riuniti
in fraterna e sacra cena.
Lode piena e risonante,
gioia nobile e serena
sgorghi oggi dallo spirito.
Questa è la festa solenne
nella quale celebriamo
la prima sacra cena.
E il banchetto del nuovo Re,
nuova, Pasqua, nuova legge;
e l'antico è giunto a termine.
Cede al nuovo il rito antico,
la realtà disperde l'ombra:
luce, non più tenebra.
Cristo lascia in sua memoria
ciò che ha fatto nella cena:
noi lo rinnoviamo,
Obbedienti al suo comando,
consacriamo il pane e il vino,
ostia di salvezza.
È certezza a noi cristiani:
si trasforma il pane in carne,
si fa sangue il vino.
Tu non vedi, non comprendi,
ma la fede ti conferma,
oltre la natura.
È un segno ciò che appare:
nasconde nel mistero
realtà sublimi.
Mangi carne, bevi sangue;
ma rimane Cristo intero
in ciascuna specie.
Chi ne mangia non lo spezza,
né separa, né divide:
intatto lo riceve.
Siano uno, siano mille,
ugualmente lo ricevono:
mai è consumato.
Vanno i buoni, vanno gli empi;
ma diversa ne è la sorte:
vita o morte provoca.
Vita ai buoni, morte agli empi:
nella stessa comunione
ben diverso è l'esito!
Quando spezzi il sacramento
non temere, ma ricorda:
Cristo è tanto in ogni parte,
quanto nell'intero.
È diviso solo il segno
non si tocca la sostanza;
nulla è diminuito
della sua persona.
Ecco il pane degli angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli:
non dev'essere gettato.
Con i simboli è annunziato,
in Isacco dato a morte,
nell'agnello della Pasqua,
nella manna data ai padri.
Buon pastore, vero pane,
o Gesù, pietà di noi:
nutrici e difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.
Tu che tutto sai e puoi,
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo
nella gioia dei tuoi santi.
Amen, Alleluja
CORPUS DOMINI - ANNO B - 14 giugno 2009
+ Dal Vangelo secondo Marco
Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».
Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: "Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».
I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
mercoledì 10 giugno 2009
Parola di Vita - Giugno 2009
Immagini un tralcio staccato dalla vite? Non ha futuro, non ha più alcuna speranza, non ha fecondità e non gli resta che seccare ed essere bruciato. Pensa a quale morte spirituale sei destinato, come cristiano, se non rimani unito a Cristo. Fa spavento!
E’ la sterilità completa, anche se sgobbi da mattina a sera, anche se credi di essere utile all’umanità, anche se gli amici ti applaudono, anche se i beni terrestri crescono, anche se fai sacrifici notevoli.
Tutto questo avrà un senso per te sulla terra, ma non ha nessun significato per Cristo e per l’eternità. Ed è quella la vita che più importa.
"Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me ed io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla".
Come puoi tu rimanere in Cristo e Cristo rimanere in te?
Come essere tralcio verde e rigoglioso che fa corpo con la vite?
Occorre anzitutto che tu creda in Cristo.
Ma ciò non basta.
La tua fede deve influire sulla dimensione concreta della vita. Devi cioè vivere conforme a questa fede, mettendo in pratica le parole di Gesù.
Così non puoi trascurare quei mezzi divini, che Cristo t’ha lasciato, mediante in quali ottieni o riacquisti l’unità eventualmente spezzata con lui.
E ancora Cristo non ti sentirà ben saldo in lui, se non ti sforzerai d’essere inserito nella tua comunità ecclesiale, nella tua Chiesa locale.
"Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me ed io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla".
"Chi rimane in me ed io in lui".
Vedi come Cristo parla di un’unità tua con lui, ma anche di un’unità sua con te? Se tu sei unito a lui, lui è in te, è presente nell’intimo del tuo cuore.
E nasce da questo un rapporto e un colloquio d’amore reciproco, una collaborazione fra Gesù e te, discepolo suo. Ed ecco la conseguenza: far molto frutto, esattamente come un tralcio ben unito alla vite dona grappoli saporosi.
"Molto frutto" significa che sarai dotato di una vera fecondità apostolica, e cioè della capacità di aprire gli occhi di molti alle parole uniche, rivoluzionarie di Cristo e sarai in grado di dare ad essi la forza di seguirle.
"Molto frutto" significa ancora che saprai suscitare, o anche edificare, opere piccole o grandi per sollevare i più vari bisogni del mondo secondo i carismi che Dio ti ha dato.
"Molto frutto" significa "molto", non "poco".
E ciò può voler dire che saprai portare nell’umanità che ti circonda una corrente di bontà, di comunione, di amore reciproco.
"Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me ed io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla".
Ma "molto frutto" non significa solo il bene spirituale e materiale degli altri, ma anche il tuo.
Anche il crescere interiormente, anche il santificarti personalmente dipende dalla tua unione con Cristo.
Santificarti.
Forse questa parola, coi tempi che corrono, ti sembrerà un anacronismo, un’inutilità, o un’utopia.
Non è così.
I tempi presenti se ne vanno e con essi le vedute parziali, errate, contingenti.
Resta la verità.
Duemila anni fa Paolo, l’Apostolo, diceva chiaramente che è volontà di Dio per tutti i cristiani la santificazione.
Teresa d’Avila, dottore della Chiesa, è certa che chiunque, anche preso dalla strada, può arrivare alla più alta contemplazione.
Il Concilio Vaticano II dice che tutto il popolo di Dio è chiamato alla santità.
Queste sono voci sicure.
Perciò vedi di raccogliere nella tua vita anche il "molto frutto" della santificazione che sarà possibile solo se sei unito a Cristo.
"Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me ed io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla".
Hai osservato come Gesù non domandi direttamente il frutto, ma lo veda come conseguenza del "rimanere" uniti a lui?
Può essere che anche tu cada nell’errore in cui molti cristiani si trovano: attivismo, attivismo, opere, opere per il bene degli altri, senza aver tempo di considerare se sono in tutto e per tutto uniti a Cristo.
E’ un errore: si crede di portar frutto, ma non è quello che Cristo in te, Cristo con te potrebbe portare.
Per portare il frutto durevole, che ha il timbro divino, occorre rimanere uniti a Cristo, e quanto più rimarrai unito a Cristo tanto più frutto porterai.
Inoltre questo verbo usato da Gesù, "rimanere", dà l’idea non tanto di momenti in cui si porta frutto, ma di uno stato permanente di fecondità.
Infatti, se tu conosci persone che vivono così, vedrai che esse, magari con un semplice sorriso, con una parola, con l’usuale comportamento quotidiano, col loro atteggiamento di fronte alle varie situazioni della vita, toccano i cuori fino, a volte, a far loro ritrovare Dio.
Dei santi è stato così.
Ma non dobbiamo scoraggiarci nemmeno noi.
Anche i comuni cristiani possono portare frutto.
Senti.
Tu sai che il mondo studentesco oggi è per lo più politicizzato e lascia poco spazio a coloro che vorrebbero rendersi utili all’umanità partendo da altri moventi.
Siamo in Portogallo.
Maria do Socorro, finito il liceo, è entrata all’università.
L’ambiente è difficile.
Molti suoi compagni lottano, seguendo la propria ideologia, e ciascuno vuole trascinare dietro a sé gli studenti che ancora non si pronunciano.
Maria sa bene qual è la sua via, anche se non è facile spiegarla: seguire Gesù e rimanere unita a lui.
E’ qualificata amorfa, senza ideali dai suoi compagni, che non conoscono nulla delle sue idee.
Qualche volta ha provato il rispetto umano, soprattutto entrando in chiesa.
Ma lei continua ad andarci, perché sente che deve rimanere unita a Gesù.
Si avvicina Natale.
Maria si accorge che c’è tra loro chi non può andare a casa, perché abita troppo lontano, e propone agli altri compagni di fare insieme un regalo a quelli che non partono.
Con sua grande sorpresa tutti accettano, subito.
Più tardi ci sono le elezioni e, altra grande meraviglia, proprio lei viene eletta rappresentante del suo corso.
Ma lo stupore è più forte ancora quando si sente dire: "E’ logico che sia stata eletta tu; perché sei l’unica che ha una linea precisa, che sa cosa vuole e come fare per realizzarla".
Ora, alcuni si sono interessati al suo ideale e vogliono vivere come lei.
Un buon frutto della perseveranza di Maria do Socorro nel rimanere unita a Gesù.
Chiara Lubich
sabato 6 giugno 2009
S.S. Trinità - Anno B - 07 giugno 2009
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono.
Essi però dubitarono.
Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra.
Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato.
Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
sabato 30 maggio 2009
Sequenza di Pentecoste (31 maggio 2009)
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto,
ospite dolce dell'anima,
dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.
O luce beatissima,
invadi nell'intimo
il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza,
nulla è nell'uomo,
nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido,
bagna ciò che è arido,
sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò ch'è sviato.
Dona ai tuoi fedeli
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.
Amen
Pentecoste -(Visitazione della B.V.Maria)- ANNO B - 31 maggio 2009
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.
Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
lunedì 25 maggio 2009
Medjugorje - messaggio del 25 maggio 2009
Io sono con voi e intercedo per voi presso l’Altissimo.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata."
domenica 24 maggio 2009
Ascensione del Signore - Anno B - 24 maggio 2009
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura.
Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato.
Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
sabato 16 maggio 2009
Messaggio da Medjugorje del 15 maggio 2009 - veggente IVAN -
«Stasera la Gospa è venuta gioiosa e felice. Come sempre in ogni apparizione ci ha salutato tutti col suo materno saluto: “Sia lodato Gesù, cari figli miei!”.
Dopo questo la Gospa ha pregato su di noi con le mani distese, ha pregato in particolare sui malati presenti, ha benedetto tutti noi con la sua Benedizione materna e ha benedetto tutti gli oggetti che abbiamo portato per la benedizione.
Dopo questo la Gospa ha detto:
“Cari figli, anche oggi la Madre vi invita: pregate, pregate per le mie intenzioni.
Cari figli, desidero realizzare con voi i miei piani.
In particolare, cari figli, vi invito a pregare per le famiglie.
Oggi più che mai satana desidera distruggere le famiglie.
Perciò siate perseveranti nella preghiera, riportate la preghiera nelle vostre famiglie.
Grazie, cari figli, perché mi avete accolto e avete accolto i miei messaggi e vivete i miei messaggi”.
Dopo questo Ivan ha raccomandato alla Gospa tutti noi, i nostri bisogni, le nostre intenzioni, le nostre famiglie e in particolare i malati. Abbiamo pregato con la Gospa un Padre nostro e un Gloria al Padre e poi la Gospa se n’è andata nel segno della luce e della croce col saluto:
“Andate in pace, cari figli miei!”»
Racconto dell'apparizione fatto da Krizan e tratto da Informazioni da Medjugorje
VI Domenica di Pasqua - ANNO B - (17 maggio 2009)
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.
sabato 9 maggio 2009
V Domenica di Pasqua - ANNO B - (10 maggio 2009)
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore.
Rimanete in me e io in voi.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto.