mercoledì 31 dicembre 2008
31 dicembre 2008 - TE DEUM
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre,
tutta la terra ti adora.
A te cantano gli angeli
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo
il Signore Dio dell'universo.
I cieli e la terra
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli
e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti si uniscono nella tua lode;
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico figlio,
e lo Spirito Santo Paraclito.
O Cristo, re della gloria,
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre
per la salvezza dell'uomo.
Vincitore della morte,
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre.
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
Soccorri i tuoi figli, Signore,
che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria
nell'assemblea dei santi.
Salva il tuo popolo, Signore,
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo,
lodiamo il tuo nome per sempre.
Degnati oggi, Signore,
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia:
in te abbiamo sperato.
Pietà di noi, Signore,
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza,
non saremo confusi in eterno.
Maria SS. Madre di Dio (1 gennaio 2009)
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, (i pastori) andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia.
E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori.
Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.
domenica 28 dicembre 2008
Domenica fra l'Ottava di Natale - Sacra Famiglia (28 dicembre 2008)
+ Dal Vangelo secondo Luca
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, (Maria e Giuseppe) portarono il bambino (Gesù) a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui.
Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.
Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser.
Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni.
Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.
Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret.
Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
venerdì 26 dicembre 2008
Medjugorje messaggio del 25 dicembre 2008
Voi non pregate!
Oggi vi invito a fermarvi davanti al presepe e a meditare su Gesù che anche oggi vi do, affinchè vi benedica e vi aiuti a comprendere che senza di Lui non avete futuro.
Perciò, figlioli, abbandonate le vostre vite nelle mani di Gesù affinchè Lui vi guidi e vi protegga da ogni male.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata."
giovedì 25 dicembre 2008
Il Vangelo della Natività
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere».
Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Natale 2008 - (25 dicembre 2008)
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.
mercoledì 24 dicembre 2008
BUON NATALE
E' Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l'altro.
E' Natale ogni volta che speri con quelli che disperano.
E' Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e le tue
debolezze.
E' Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere in te e poi
lo doni agli altri.
Madre Teresa di Calcutta
domenica 21 dicembre 2008
Preghiera per la Quarta Domenica di Avvento
Ecco quella della quarta domenica:
Dio mantiene le promesse
ed è venuto il momento
in cui edificare la “casa”
promessa al re Davide.
Dio ora realizza un progetto impensabile
e per far giungere te, Gesù,
il suo Figlio prediletto,
in questa nostra storia di uomini,
sceglie una “dimora” da colmare
con tutta la sua grazia ed il suo amore.
Ma le sue vie, come sempre,
non coincidono con le nostre.
Così egli non si rivolge
alle figlie dei potenti,
alle donne dei notabili,
alle moglie dei sacerdoti:
la tua madre, Gesù,
sarà una giovane donna
di un paese senza importanza
perché il Padre vede oltre le apparenze
e coglie la disponibilità dei cuori,
perché ai suoi occhi non contano
la grandezza di un clan,
il potere di una dinastia,
i beni di una famiglia,
ma la fiducia a tutta prova
di chi è disposto a fare la sua volontà.
Del resto ciò che è decisivo
è l’azione dello Spirito,
ciò che conta è la sua bontà smisurata,
e dunque non è con le risorse dei grandi,
ma con l’umile docilità dei piccoli,
con la disponibilità dei poveri
che si costruisce una storia di salvezza.
Amen
sabato 20 dicembre 2008
Quarta domenica di Avvento (21 dicembre 2008)
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo.
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».
mercoledì 17 dicembre 2008
Messaggi da Medjugorje per il tempo di avvento
Cari figli,
vi invito a prepararvi al Natale con la penitenza, la preghiera e le opere di carità.
Non guardate, cari figli, alle cose materiali, perché allora non potrete gustare il Natale.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata!
6 dicembre 1984
Cari figli,
in questi giorni (di Avvento) vi invito alla preghiera in famiglia.
Io a più riprese vi ho dato dei messaggi in nome di Dio, ma voi non mi avete ascoltato.
Il prossimo Natale sarà per voi indimenticabile,
purché accogliate i messaggi che vi dò.
Cari figli, non permettete che quel giorno di gioia
diventi per me il giorno più triste.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata!”
25 novembre 1998
Cari figli!
Oggi vi invito a prepararvi alla venuta di Gesù.
In modo particolare preparate i vostri cuori.
Che la santa confessione sia per voi il primo passo della conversione, e quindi, cari figli, decidetevi per la santità.
Che la vostra conversione e la decisione per la santità cominci oggi e non domani.
Figlioli, io vi invito tutti sulla via della salvezza e desidero mostrarvi la strada verso il Paradiso.
Perciò, figlioli, siate miei e decidetevi con me per la santità.
Figlioli, accettate la preghiera con serietà e pregate, pregate, pregate.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
tratto da: "Informazioni da Medjugorje"
domenica 14 dicembre 2008
Preghiera per la Terza Domenica di Avvento
Ecco quella della terza domenica:
Ci mancano, Gesù, i profeti
della taglia di Giovanni il Battista,
ci mancano le voci che vibrano
di un amore totale per Dio,
coloro che sono disposti a mettersi
in gioco per realizzare il tuo progetto.
Ci mancano, Gesù, i profeti
onesti come Giovanni il Battista,
che ammettono i loro limiti,
che non si arrogano compiti altrui,
che riconoscono il loro ruolo
come un servizio da svolgere,
con semplicità e determinazione,
ma non sono tentati
di occupare tutta la scena
o di fare da protagonisti.
Ci mancano, Gesù, i profeti
col coraggio di Giovanni il Battista:
che ricordano ai potenti le tue leggi
e sbattono in faccia ai grandi
le loro colpe,
che vivono in prima persona
le parole che rivolgono ai loro fratelli.
Ma forse, Gesù, tu non vuoi
che noi ti domandiamo più profeti
dal momento che il tuo Spirito
dona ad ognuno di noi la possibilità
di essere una voce che squarcia
il silenzio imbarazzato di coloro
che non attendono nulla e perciò
si perdono nell'effimero e nel vano;
dona ad ognuno la forza
per indicare dove sta la salvezza
e come poter raggiungere
la pienezza della vita.
Amen
sabato 13 dicembre 2008
Terza domenica di Avvento (14 dicembre 2008)
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
domenica 7 dicembre 2008
Immacolata Concezione (8 dicembre 2008)
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo.
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».
Parola di Vita - Dicembre 2008
Ricordi?
E’ la parola che Gesù rivolge al Padre nel giardino del Getsemani e dà senso alla sua passione, seguita dalla resurrezione.
Essa esprime in tutta la sua intensità il dramma che si svolge nell’intimo di Gesù.
E’ la lacerazione interiore provocata dalla ripugnanza profonda della sua natura umana dinanzi alla morte voluta dal Padre.
Ma Cristo non ha atteso quel giorno per adeguare la sua volontà a quella di Dio.
Lo ha fatto tutta la vita.
Se questa è stata la condotta di Cristo, questo deve esser l’atteggiamento di ogni cristiano.
Anche tu devi ripetere nella tua vita:
"Non sia fatta la mia, ma la tua volontà".
Forse finora non ci hai pensato, anche se battezzato, anche se figlio della Chiesa.
Forse hai ridotto questa frase ad una espressione di rassegnazione, che si pronuncia quando altro non si può fare.
Ma non è questa la sua vera interpretazione.
Stammi a sentire: nella vita puoi scegliere due direzioni: fare la tua volontà o liberamente scegliere di fare la volontà di Dio.
Ed avrai due esperienze: la prima, presto deludente, perché ti vuoi arrampicare sul monte della vita con le tue idee limitate, con i tuoi mezzi, con i tuoi poveri sogni, con le tue forze.
Di qui, presto o tardi, l’esperienza del tran tran di un’esistenza che conosce la noia, l’inconclusione, il grigiore e, a volte, la disperazione.
Di qui una vita piatta, anche se la vuoi rendere colorita, che non soddisfa mai l’intimo più profondo di te. Lo devi confessare, non puoi negarlo.
Di qui ancora, alla conclusione, una morte che non lascia traccia: qualche lacrima e l’inesorabile totale universale dimenticanza.
La seconda esperienza: quella nella quale ripeti anche tu:
"Non sia fatta la mia, ma la tua volontà".
Vedi: Dio è come il sole.
Dal sole partono tanti raggi che baciano ogni uomo.
Sono la volontà di Dio su di loro.
Nella vita il cristiano, e anche l’uomo di buona volontà, è chiamato a camminare verso il sole, nella luce del proprio raggio, diverso e distinto da tutti gli altri.
E compirà il meraviglioso, particolare disegno che Dio ha su di lui.
Se anche tu così farai, ti sentirai coinvolto in una divina avventura mai sognata.
Sarai attore e spettatore insieme d’un qualcosa di grande, che Dio opera in te e, attraverso te, nell’umanità.
Tutto quello che ti succederà, come dolori e gioie, grazie e disgrazie, fatti notevoli (quali successi e fortune, incidenti o morti di cari), fatti insignificanti (come il lavoro quotidiano in casa, in ufficio o a scuola) tutto, tutto acquisterà un significato nuovo perché a te offerto dalla mano di Dio che è Amore.
Egli vuole, o permette, ogni cosa per il tuo bene.
E se prima lo penserai solo con la fede, poi vedrai con gli occhi dell’anima un filo d’oro legare avvenimenti e cose e comporre un magnifico ricamo: il disegno, appunto, di Dio su di te.
Forse questa prospettiva t’attira.
Forse vuoi sinceramente dar il più profondo senso alla tua vita.
Allora ascolta.
Anzitutto ti dirò quando devi fare la volontà di Dio.
Pensa un po’:
il passato se n’è andato e non puoi rincorrerlo.
Non ti resta che metterlo nella misericordia di Dio.
Il futuro ancora non c’è.
Lo vivrai quando diverrà attuale.
In mano hai solo il momento presente.
E’ in quello che devi cercare di adempiere la parola:
Non ti viene in mente di camminare su e giù per il vagone.
Così farebbe chi volesse vivere la vita sognando un futuro che ancora non c’è, o pensando al passato che mai tornerà.
No: il tempo cammina da sé.
Occorre star fermi nel presente e arriveremo al compimento della nostra vita quaggiù.
Mi chiederai: ma come distinguere la volontà di Dio dalla mia?
Nel presente non è difficile sapere quale sia la volontà di Dio.
Ti indico una via.
Ascolta dentro di te: c’è una voce sottile, forse da te soffocata troppe volte e divenuta quasi impercettibile.
Ma sentila bene: è voce di Dio.
Essa ti dice che quello è il momento di studiare, o di amare chi ha bisogno, o di lavorare, o di superare una tentazione, o di seguire un tuo dovere di cristiano, o un altro di cittadino.
Essa t’invita ad ascoltare qualcuno che ti parla in nome di Dio, o ad affrontare con coraggio situazioni difficili…
Ascolta, ascolta.
Non far tacere quella voce: è il tesoro più prezioso che possiedi.
Seguila.
Ed allora momento per momento tu costruirai la tua storia, che è storia umana e divina insieme, perché fatta da te in collaborazione con Dio.
E vedrai meraviglie: vedrai cosa può operare Dio in una persona che dice, con tutta la sua vita:
"Non sia fatta la mia, ma la tua volontà".
Chiara Lubich
Preghiera per la Seconda Domenica di Avvento
Ecco quella della seconda domenica:
La differenza che c'è
tra l'acqua e lo Spirito
non è da poco, Signore.
Perché non è la stessa cosa
indicare la strada,
esortare ed offrire un consiglio,
invitare alla conversione
e invece poter cambiare,
trasformare l'esistenza,
liberare dal male,
offrire una nuova vita.
Colui che ti prepara la strada,
il profeta Giovanni il Battista,
lo sa bene, Gesù, e lo dichiara
con tutta chiarezza
perché non ci siano equivoci.
La sua missione è quella
did destare i cuori
perché siano pronti ad accogliere
l'Atteso, il Figlio stesso di Dio.
Ma solo tu puoi donare
la grazia e la misericordia,
solo tu puoi strappare
alle forze del amle e a tutto quello
che ci rovina la vita.
Ognuno di noi, Gesù, è chiamato
ad essere un po' come il Battista:
a prepararti la strada
ad allertare i suoi fratelli,
ma senza mai dimenticarsi
che solo tu salvi,
solo tu agisci
con la bontà smisurata di Dio,
solo tu fai approdare ad una felicità
impensata
Amen
Seconda domenica di Avvento (07 dicembre 2008)
+ Dal Vangelo secondo Marco
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaìa:
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:
egli preparerà la tua via.
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri»,
vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme.
E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico.
E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
domenica 30 novembre 2008
Preghiera per la Prima Domenica di Avvento
Ecco quella della prima domenica:
Tu continui ad operare in mezzo a noi,
ma noi siamo viaggiatori distratti
che si lasciano attrarre
da particolare inconsistenti
e ignorano i segni vivi
della tua presenza,
della tua bontà,
della tua misericordia.
Per questo ci scrolli e ci dici:
«Fate attenzione…».
Tu ci chiedi di rispondere
alle mille situazioni
in cui veniamo sollecitati
a renderti testimonianza
con gesti e con parole,
con scelte difficili e sconcertanti,
con l'annuncio e con la denuncia.
Ma noi siamo come assopiti,
immersi nei nostri piccoli calcoli.
Per questo ci dici con forza:
«Vegliate…».
Si, o Signore, questo non è decisamente
il momento di tirare i remi in barca,
di riposare sugli allori,
di difendere le posizioni acquisiste.
Tu ritornerai un giorno nella gloria
e quello sarà un momento decisivo
per ognuno di noi e per tutta l'umanità.
Tu continui a visitarci ogni giorno
e non possiamo passarti accanto
senza neppure accorgecene.
Ne va della riuscita della nostra vita,
della felicità non di un momento,
ma eterna!
Amen
Prima domenica di Avvento (30 nov 2008)
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».
martedì 25 novembre 2008
Medjugorje messaggio del 25 novembre 2008
Lui che è la sola pace doni attraverso di voi la pace al mondo intero.
Per questo, figlioli, pregate senza sosta per questo mondo turbolento senza speranza affinchè voi diventiate testimoni della pace per tutti.
Sia la speranza a scorrere nei vostri cuori come un fiume di grazia.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”
Tratto dal sito ufficiale di Medjugorje
sabato 22 novembre 2008
XXXVI Domenica del Tempo Ordinario (23 nov 2008) - Cristo Re dell'Universo
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
sabato 15 novembre 2008
XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (16 nov 2008)
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».
domenica 9 novembre 2008
XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (09 nov 2008)
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete.
Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».
I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere».
Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?».
Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Parola di Vita - novembre 2008
Non credere che, perché sei nel mondo, tu possa nuotarvi come un pesce nell’acqua.
Non credere che, perché il mondo t’entra in casa attraverso certe radio e la televisione, tu sia autorizzato ad ascoltare ogni programma o a vedere ogni trasmissione.
Non credere che, perché giri per le strade del mondo, tu possa guardare impunemente tutti i manifesti e possa comprarti dal giornalaio o in libreria qualsiasi pubblicazione indiscriminatamente.
Non credere che, perché sei nel mondo, ogni maniera di vivere del mondo possa essere tua: le facili esperienze, l’immoralità, l’aborto, il divorzio, l’odio, la violenza, il furto.
No, no. Tu sei nel mondo. E chi non lo vede?
Ma tu non sei del mondo .
E questo comporta una grande differenza.
Questo ti classifica fra coloro che si nutrono non delle cose che sono del mondo, ma di quelle che ti sono espresse dalla voce di Dio dentro di te.
Essa è nel cuore di ogni uomo e ti fa entrare - se l’ascolti - in un regno che non è di questo mondo, dove si vivono l’amore vero, la giustizia, la purezza, la mansuetudine, la povertà, dove vige il dominio di sé.
Perché molti giovani scappano nell’Oriente, come ad esempio nell’India, per trovare un po’ di silenzio e cogliere il segreto di certi grandi spirituali che, per la lunga mortificazione del loro io inferiore, lasciano trasparire un amore (…) che impressiona tutti quelli che li avvicinano?
E’ la reazione naturale al baccano del mondo, al chiasso che vive fuori e dentro di noi, che non lascia più spazio al silenzio per udire Dio.
Ahimè! Ma occorre proprio andare in India, quando da duemila anni Cristo ti ha detto: "rinnega te stesso… rinnega te stesso…"?
Non è del cristiano la vita comoda e tranquilla; e Cristo non ha chiesto e non ti chiede di meno, se lo vuoi seguire.
Il mondo t’investe come un fiume in piena e tu devi camminare contro corrente. Il mondo per il cristiano è una fitta boscaglia nella quale bisogna vedere dove mettere i piedi. E dove vanno messi? In quelle orme che Cristo stesso ti ha segnato passando su questa terra: sono le sue parole. Oggi Egli ti ridice:
«Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso…»
Ciò t’esporrà forse al disprezzo, alla incomprensione, agli scherni, alla calunnia; ciò t’isolerà, t’inviterà ad accettare di perdere la faccia, a lasciare un cristianesimo alla moda.
Ma c’è di più:
«Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua»
Che tu lo voglia o no, il dolore amareggia ogni esistenza.
Anche la tua.
E piccoli e grandi dolori arrivano tutti i giorni.
Vuoi scansarli?
Ti ribelli?
Suscitano in te l’imprecazione?
Non sei cristiano.
Il cristiano ama la croce, ama il dolore, pur in mezzo alle lacrime, perché sa che hanno valore. Non per nulla fra gli innumerevoli mezzi che Dio aveva a sua disposizione per salvare l’umanità, ha scelto il dolore.
Ma Lui - ricordatelo - dopo aver portato la croce ed esservi stato inchiodato, è risorto.
La risurrezione è anche il tuo destino , se anziché disprezzare il dolore che ti procura la tua coerenza cristiana e quanto altro la vita ti manda, saprai accettarlo con amore.
Sperimenterai allora che la croce è via, sin da questa terra, ad una gioia mai provata; la vita della tua anima comincerà a crescere: il regno di Dio in te acquisterà consistenza e fuori il mondo man mano scomparirà ai tuoi occhi e ti parrà di cartone.
E non invidierai più nessuno.
Allora ti potrai chiamare seguace di Cristo:
«Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua»
E, come Cristo che hai seguito, sarai luce e amore per le piaghe senza numero che lacerano l’umanità di oggi.
Chiara Lubich
sabato 25 ottobre 2008
XXX Domenica del tempo ordinario (26 ottobre 2008)
(dal Libro dell'Esodo)
Seconda Lettura 1 Ts 1,5c-10
(dalla lettera di San Paolo apostolo ai Tessalonicesi)
Vangelo Mt 22,34-40
(dal Vangelo secondo Matteo)
i testi integrali delle letture domenicali sul sito: Maranatha.it
Medjugorje messaggio del 25 ottobre 2008
Per questo, figlioli, armatevi con la preghiera e il digiuno affinché siate consapevoli di quanto Dio vi ama e fate la volontà di Dio.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata."
Tratto dal sito ufficiale di Medjugorje
sabato 18 ottobre 2008
XXIX Domenica del Tempo Ordinario (19 ottobre 2008)
(dal Libro del Profeta Isaia)
Seconda Lettura 1 Ts 1,1-5b
(dalla lettera di San Paolo apostolo ai Tessalonicesi)
Vangelo Mt 22,15-21
(dal Vangelo secondo Matteo)
i testi integrali delle letture domenicali sul sito: Maranatha.it
domenica 12 ottobre 2008
XXVIII Domenica del Tempo Ordinario (12 ottobre 2008)
(dal Libro del Profeta Isaia)
Seconda Lettura Fil 4,12-14.19-20
(dalla lettera di San Paolo apostolo ai Filippesi)
Vangelo Mt 22,1-14
(dal Vangelo secondo Matteo)
i testi integrali delle letture domenicali sul sito: Maranatha.it
martedì 7 ottobre 2008
Festa Madonna del Rosario (7 ottobre 2008)
"Il Santo Rosario è un'arma potente. Impiegala con fiducia e ti meraviglierai del risultato."
"L'inizio del cammino che ha per termine l'amore folle per Gesù, è un fiducioso amore alla Madonna."
"- Vuoi amare la Vergine? E allora parla con Lei, cerca di conoscerla. Come? Recitando bene il suo Rosario."
"- Ma nel Rosario diciamo sempre le stesse cose! Le stesse cose? Non si dicono sempre le stesse cose coloro che si amano? Non sarà che il tuo Rosario risulta monotono perché, invece di pronunciare parole come un uomo, stai lì assente, ed emetti suoni senza senso, perché il tuo pensiero è lontano da Dio? E poi, guarda: prima di ogni decina, si indica il mistero da contemplare . Tu...hai contemplato almeno una volta questi misteri?"
domenica 5 ottobre 2008
Prima domenica di Ottobre - supplica alla Madonna del Rosario
Dal trono di clemenza, dove siedi Regina, volgi, o Maria, il tuo sguardo pietoso su di noi, sulle nostre famiglie, sull'Italia, sull'Europa, sul mondo. Ti prenda compassione degli affanni e dei travagli che amareggiano la nostra vita. Vedi, o Madre, quanti pericoli nell'anima e nel corpo, quante calamità ed afflizioni ci costringono.
O Madre, implora per noi misericordia dal tuo Figlio divino e vinci con la clemenza il cuore dei peccatori. Sono nostri fratelli e figli tuoi che costano sangue al dolce Gesù e contristano il tuo sensibilissimo Cuore. Mostrati a tutti quale sei, Regina di pace e di perdono.
Ave Maria
È vero che noi, per primi, benché tuoi figli, con i peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù e trafiggiamo nuovamente il tuo cuore.
Lo confessiamo: siamo meritevoli dei più aspri castighi, ma tu ricordati che, sul Golgota, raccogliesti, col Sangue divino, il testamento del Redentore moribondo, che ti dichiarava Madre nostra, Madre dei peccatori.
Tu dunque, come Madre nostra, sei la nostra avvocata, la nostra speranza. E noi, gementi, stendiamo a te le mani supplichevoli, gridando: misericordia!
O Madre buona, abbi pietà di noi, delle anime nostre, delle nostre famiglie, dei nostri parenti, dei nostri amici, dei nostri defunti, soprattutto dei nostri nemici e di tanti che si dicono cristiani, eppur offendono il cuore amabile del tuo Figliuolo. Pietà oggi imploriamo per le nazioni traviate, per tutta l'Europa, per tutto il mondo, perché pentito ritorni al tuo cuore.
Misericordia per tutti, o Madre di misericordia.
Ave Maria
Degnati benevolmente, o Maria, di esaudirci! Gesù ha riposto nelle tue mani tutti i tesori delle sue grazie e delle sue misericordie.
Tu siedi, coronata Regina, alla destra del tuo Figlio, splendente di gloria immortale su tutti i cori degli angeli. Tu distendi il tuo dominio per quanto sono distesi i cieli, a te la terra e le creature tutte sono soggette. Tu sei l'onnipotente per grazia, tu dunque puoi aiutarci. Se tu non volessi aiutarci, perché figli ingrati ed immeritevoli della tua protezione, non sapremmo a chi rivolgerci. Il tuo cuore di Madre non permetterà di vedere noi, tuoi figli, perduti. Il bambino che vediamo sulle tue ginocchia e la mistica corona che miriamo nella tua mano, ci ispirano fiducia che saremo esauditi. E noi confidiamo pienamente in te, ci abbandoniamo come deboli figli tra le braccia della più tenera fra le madri, e, oggi stesso, da te aspettiamo le sospirate grazie.
Ave Maria
Un'ultima grazia noi ora ti chiediamo, o Regina, che non puoi negarci (in questo giorno solennissimo). Concedi a tutti noi l'amore tuo costante e in modo speciale la materna benedizione.
Non ci staccheremo da te finché non ci avrai benedetti. Benedici, o Maria, in questo momento il Sommo Pontefice. Agli antichi splendori della tua corona, ai trionfi del tuo Rosario, onde sei chiamata Regina delle Vittorie, aggiungi ancor questo, o Madre: concedi il trionfo alla religione e la pace all'umana società. Benedici i nostri vescovi, i sacerdoti e particolarmente tutti coloro che zelano l'onore del tuo Santuario. Benedici infine tutti gli associati al tuo tempio di Pompei e quanti coltivano e promuovono la devozione al santo Rosario.
O Rosario benedetto di Maria, catena dolce che ci rannodi a Dio, vincolo di amore che ci unisci agli angeli, torre di salvezza, negli assalti dell'inferno, porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più.
Tu ci sarai conforto nell'ora dell'agonia, a te l'ultimo bacio della vita che si spegne.
E l'ultimo accento delle nostre labbra sarà il nome tuo soave, o Regina del Rosario di Pompei, o Madre nostra cara, o Rifugio dei peccatori, o Sovrana consolatrice dei mesti.
Sii ovunque, benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo. Amen.
Salve Regina
sabato 4 ottobre 2008
XXVII Domenica del Tempo Ordinario (05 ottobre 2008)
(dal Libro del Profeta Isaia)
Seconda Lettura Fil 4,6-9
(dalla lettera di San Paolo apostolo ai Filippesi)
Vangelo Mt 21,33-43
(dal Vangelo secondo Matteo)
i testi integrali delle letture domenicali sul sito: Maranatha.it
giovedì 2 ottobre 2008
Parola di Vita - ottobre 2008
Ti è mai capitato di ricevere da un amico un dono e di sentire la necessità di contraccambiare?
E di farlo non tanto per sdebitarti, quanto per vero amore riconoscente?
Certamente sì.
Se succede a te così, puoi immaginare a Dio, a Dio che è Amore.
Egli ricambia sempre ogni dono che noi facciamo ai nostri prossimi in nome suo.
E’ un’esperienza che i cristiani veri fanno molto spesso.
Ed ogni volta è una sorpresa.
Non ci si abitua mai all’inventiva di Dio.
Potrei farti mille, diecimila esempi, potrei scriverne un libro.
Vedresti quanto è vera quell’immagine
"una misura buona, pigiata, colma e traboccante ti sarà versata nel grembo":
che significa l’abbondanza con cui Dio contraccambia, la sua magnanimità.
"Era già scesa la notte su Roma. E in quell’appartamento seminterrato l’esiguo gruppo di ragazze, che volevano vivere il Vangelo, si davano la buona notte.
Ma ecco il campanello.
Chi era a quell’ora? Un uomo che si presentava alla porta nel panico, disperato: il giorno dopo l’avrebbero sfrattato di casa con la famiglia, perché non pagava l’affitto.
Le ragazze si guardarono ed in un muto accordo, aprirono il cassettino dove, in buste distinte, avevano raccolto il residuo dei loro stipendi e un deposito per le bollette del gas, del telefono, della luce.
Diedero tutto a quell’uomo, senza ragionare.
Quella notte dormirono felici.
Qualcun altro avrebbe pensato a loro.
Ma ecco che non è ancora l’alba. Il telefono squilla.
'Vengo subito con un taxi', dice la voce dell’uomo.
Meravigliate per la scelta di quel mezzo, le ragazze attendono.
La faccia dell’ospite dice che qualcosa è cambiato: 'Ieri sera, appena tornato a casa, ho trovato un’eredità che non avrei mai immaginato di ricevere. Il cuore m’ha detto di farne a metà con voi'. La somma era esattamente il doppio di quanto avevano generosamente dato".
«Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo»
Ne hai fatto anche tu l’esperienza? Se non è così, ricordati che il dono va fatto disinteressatamente, senza speranza di ritorno, a chiunque chiede.
Prova.
Ma fallo non per vedere il risultato, ma perché ami Dio.
Mi dirai: "Ma io non ho nulla."
Non è vero.
Se vogliamo abbiamo tesori inesauribili: il nostro tempo libero, il nostro cuore, il nostro sorriso, il nostro consiglio, la nostra cultura, la nostra pace, la nostra parola per convincere chi ha a dare a chi non ha…
Mi dirai ancora: "Ma non so a chi dare."
Guardati attorno: ti ricordi di quell’ammalato in ospedale, di quella signora vedova sempre sola, di quel compagno rimandato così avvilito, di quel giovane disoccupato sempre triste, del fratellino bisognoso d’aiuto, di quell’amico in carcere, di quell’apprendista esitante?
E’ in loro che Cristo ti aspetta.
Assumi il comportamento nuovo del cristiano - di cui è tutto impregnato il Vangelo - che è quello dell’anti-chiusura e dell’anti-preoccupazione.
Rinuncia a mettere la tua sicurezza nei beni della terra e poggiati su Dio.
Qui si vedrà la tua fede in Lui, che sarà presto confermata dal dono che ti tornerà.
Ed è logico che Dio non si comporta così per arricchirti o per arricchirci.
Lo fa perché altri, molti altri, vedendo i piccoli miracoli che raccoglie il nostro dare, facciano altrettanto.
Lo fa perché più abbiamo, più possiamo dare; perché - da veri amministratori dei beni di Dio - facciamo circolare ogni cosa nella comunità che ci circonda, finché si possa dire come della prima comunità di Gerusalemme: non v’era fra loro nessun povero .
Non senti che con questo concorri a dare un’anima sicura alla rivoluzione sociale che il mondo s’attende?
«Date e vi sarà dato»
Certamente Gesù pensava in primo luogo alla ricompensa che avremo in Paradiso, ma quanto avviene su questa terra ne è già il preludio e la garanzia.
Chiara Lubich
sabato 27 settembre 2008
San Vincenzo de Paoli
Oggi la Chiesa festeggia il Santo di cui, indegnamente, porto il nome.
Per questa occasione mi piace presentarlo nella speranza che i suoi insegnamenti non vengano mai dimenticati ed anzi, al contrario, rinnovati da tutti noi giorno per giorno.
La breve biografia che segue è tratta dalla presentazione che ne fanno i giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT) in occasione della liturgia odierna.
Per chi volesse approfondire vi consiglio il sito della GMV (Gioventù Mariana Vincenziana), quello della San Vincenzo , il sito delle Figlie della Carità e quello dei missionari Vincenziani.E’ nato in un umile famiglia cristiana a Pouy in Guasogna, nel 1581. Da umile pastore diventa prima diligente scolaro e poi studente di teologia a Tolosa. Nel 1600 diventa sacerdote ed intraprende una brillante carriera. Nel 1607 si trova a Roma, dopo esser passato per Avignone, incaricato di una missione diplomatica. Diventa quindi cappellano di corte e direttore spirituale di Margherita di Valois. Nel 1613 ottiene la Parrocchia di Clichy. Dedica il suo zelo pastorale a favore dei galeotti, scopre poi la spaventosa miseria materiale e spirituale del popolo a cui dedicherà tutta la sua opera. Il 20 Agosto del 1617 pronuncia un infuocato sermone sulla carità nella prima riunione delle Dame della carità: così l’avventura della carità vincenziana imbocca una strada che non abbandonerà mai. Madam De Gondi, di cui era stato precettore, stanzierà una somma considerevole per soccorrere i poveri in modo permanente: è l’inizio della fondazione dei Preti della Missione, i Lazzaristi, che ancora continuano l’opera del fondatore.
Con Luisa de Marillac nel 1633 fonda le Figlie della carità, chiamate comunemente le Suore di S. Vincenzo. Egli sale al padre nel 1660, è ricordato, lo sarà per sempre, come il santo della carità.
XXVI Domenica del Tempo Ordinario (28 settembre 2008)
(dal Libro del Profeta Ezechiele)
Seconda Lettura Fil 2, 1-11
(dalla lettera di San Paolo apostolo ai Filippesi)
Vangelo Mt 21, 28-32
(dal Vangelo secondo Matteo)
i testi integrali delle letture domenicali sul sito: Maranatha.it
giovedì 25 settembre 2008
Medjugorje messaggio del 25 settembre 2008
Siate gioiosi portatori della pace e non dimenticate che vivete in un tempo di grazia dove Dio attraverso la mia presenza vi da grandi grazie.
Non chiudetevi, figlioli, ma sfruttate questo tempo e cercate il dono della pace e dell’amore per la vostra vita perché diventiate testimoni per gli altri.
Vi benedico con la mia benedizione materna.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata."
Tratto dal sito ufficiale di Medjugorje
lunedì 22 settembre 2008
Papa Benedetto XVI al ritorno da LOURDES
che una settimana fa ho avuto la gioia di venerare a Lourdes,
e' tralcio perfetto della vigna del Signore.
Da lei e' germogliato il frutto benedetto dell'amore divino: Gesu', nostro Salvatore.
Ci aiuti Lei a rispondere sempre e con gioia alla chiamata del Signore, e a trovare la nostra felicita' nel poter faticare per il Regno dei cieli".
(Angelus - 21 settembre 2008)
XXV Domenica del Tempo Ordinario (21 settembre 2008)
(dal Libro del Profeta Isaia)
Seconda Lettura Fil 1,20c-24.27a
(dalla lettera di San Paolo apostolo ai Filippesi)
Vangelo Mt 20, 1-16
(dal Vangelo secondo Matteo)
i testi integrali delle letture domenicali sul sito: Maranatha.it
lunedì 15 settembre 2008
Beata Vergine Maria Addolorata (15 settembre 2008)
Oggi nel ricordo della Vergine Addolorata ho pensato di meditare con le parole di San Josemaría Escrivá, fondatore dell'Opus Dei.
“Maria, Maestra del sacrificio nascosto e silenzioso!”
Maria, Maestra del sacrificio nascosto e silenzioso! —Osservàtela, quasi sempre nascosta, mentre collabora con suo Figlio: sa e tace. (Cammino, 509)
La Vergine Addolorata. Nel contemplarla, guarda il suo Cuore: è una Madre con due figli, faccia a faccia: Lui... e te. (Cammino, 506)
Quant'è grande l'umiltà di mia Madre, Maria! —Non la vedrete tra le palme di Gerusalemme, né —tranne la primizia di Cana— al momento dei grandi miracoli.
Però non fugge il disprezzo del Golgota: lì, “iuxta crucem Iesu” —, accanto alla croce di Gesù, c'è sua Madre. (Cammino, 507)Nell'ora dell'abominio della Croce, la Vergine è lì, vicina a suo Figlio, decisa a seguire la stessa sorte. Dobbiamo perdere la paura di comportarci da cristiani responsabili, quando ciò risulta scomodo nell'ambiente in cui ci muoviamo: Lei ci aiuterà. (Solco, 977)
tratto da: www.opusdei.it/
domenica 14 settembre 2008
XXIV Domenica del tempo ordinario (14 settembre 2008) Esaltazione della Santa Croce
(dal Libro dei Numeri)
Seconda Lettura Fil 2, 6-11
(dalla lettera di San Paolo apostolo ai Filippesi)
Vangelo Gv 3, 13-17
(dal Vangelo secondo Giovanni)
i testi integrali delle letture domenicali sul sito: Maranatha.it
sabato 6 settembre 2008
XXIII Domenica del tempo ordinario (07 settembre 2008)
(dal Libro del profeta Ezechiele)
Seconda Lettura Rm 13, 8-10
(dalla lettera di San Paolo apostolo ai Romani)
Vangelo Mt 18, 15-20
(dal Vangelo secondo Matteo)
i testi integrali delle letture domenicali sul sito: Maranatha.it
martedì 2 settembre 2008
Parola di Vita - settembre 2008
"Amate i vostri nemici". Questo sì che è forte! Questo sì che capovolge il nostro modo di pensare e fa dare a tutti una sterzata al timone della propria vita!
Perché, non nascondiamocelo: qualche nemico… nemichino, nemicone lo abbiamo tutti.
E’ lì dietro la porta dell’appartamento accanto, in quella signora così antipatica e intrigante, che cerco sempre di sfuggire ogni volta che minaccia di entrare con me nell’ascensore…
E’ in quel mio parente che trent’anni fa ha recato un torto a mio padre, per cui gli ho tolto il saluto…
Siede dietro il tuo banco di scuola e mai, mai l’hai guardato in faccia, da quando t’ha accusato al professore…
E’ quella ragazza che ti era amica e poi ti ha piantato in asso per andar con un altro…
E’ quel commerciante che t’ha imbrogliato…
Sono quei tali che in politica non la pensano come noi, per cui li dichiariamo nostri nemici. (…)
Come c’è, e c’è sempre stato, chi vede nemici i sacerdoti e odia la Chiesa.
Ebbene, tutti questi e un’infinità di altri che chiamiamo nemici, vanno amati.
Vanno amati?
Sì, vanno amati! E non credere che ce la possiamo cavare semplicemente mutando il sentimento d’odio in un altro più benevolo.
C’è di più.
Senti cosa Gesù dice:
"Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male".
Vedi? Gesù vuole che vinciamo il male col bene. Vuole un amore tradotto in gesti concreti.
Vien da chiederci: come mai Gesù dà un simile comando?
La realtà è che Lui vuole modellare la nostra condotta su quella di Dio, suo Padre, il quale "fa sorgere il sole sopra i malvagi e sopra i buoni e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti".
Questo è. Non siamo soli al mondo: abbiamo un Padre e gli dobbiamo assomigliare. Non solo, ma Dio ha diritto a questo nostro comportamento perché, mentre noi gli eravamo nemici, eravamo ancora nel male, Lui ci ha amato per primo , mandandoci suo Figlio, che morì in quella terribile maniera per ciascuno di noi.
"Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano…".
Questa lezione l’aveva imparata il piccolo Jerry, il bambino nero di Washington, che, per il quoziente alto di intelligenza, era stato ammesso ad una classe speciale con tutti ragazzi bianchi. Ma l’intelligenza non gli era bastata per far capire ai compagni che era uguale a loro. La sua pelle nera gli aveva attirato l’odio generale, tanto che il giorno di Natale tutti i ragazzi si fecero reciproci doni, ignorando Jerry. Il fanciullo ne pianse; si capisce! Ma arrivato a casa pensò a Gesù: "Amate i vostri nemici" e d’accordo con la mamma comprò doni che distribuì con amore a tutti i suoi "fratelli bianchi".
"Amate i vostri nemici… pregate per coloro che vi trattano male".
Che dolore quel giorno per Elisabetta, la ragazzina di Firenze, quando salendo i gradini per andare alla Messa si sentì deridere da un gruppo di coetanei! Pur volendo reagire, sorrise, ed entrata in Chiesa pregò tanto per loro. All’uscita la fermarono e le chiesero il motivo del suo comportamento che lei spiegò col fatto d’esser cristiana. Doveva quindi amare sempre. Lo disse con una convinzione infuocata. La sua testimonianza fu premiata: la domenica seguente vide tutti quei giovani in Chiesa, attentissimi, in prima fila.
Così i ragazzi prendono la Parola di Dio. Per questo sono grandi davanti a Lui. Forse conviene che anche noi sistemiamo qualche situazione, tanto più che saremo giudicati da come noi giudichiamo gli altri. Siamo noi infatti a dare in mano a Dio la misura con la quale Egli deve misurarci . Non gli chiediamo forse: "Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori"? Dunque amiamo il nemico! Solo agendo così si possono aggiustare disunità, abbattere barriere, si può costruire la comunità.
E’ grave?
E’ penoso?
Non ci lascia dormire al solo pensarlo?
Coraggio.
Non è la fine del mondo: un piccolo sforzo da parte nostra, poi il 99 per cento lo fa Dio e… nel nostro cuore un fiume di gioia.
Chiara Lubich
Parola di vita, maggio 1978. Pubblicata su Essere la tua Parola, Chiara Lubich e cristiani di tutto il mondo, Roma 1980, p. 27-29.
Medjugorje messaggio del 2 settembre 2008
"Cari figli,
oggi invito voi riuniti intorno a me con cuore materno all’amore verso il prossimo.
Figli miei fermatevi.
Guardate negli occhi del vostro fratello Gesù, mio Figlio.
Se vedete la gioia, gioite con lui.
Se c’è il dolore negli occhi del tuo fratello allontanatelo con la vostra mitezza e bontà perché senza amore siete persi.
L’amore è l’unico efficace, esso fa miracoli.
L’amore vi darà l’unione in mio Figlio e il trionfo del mio Cuore.
Perciò, figli miei, amate".
La Gospa ha benedetto tutti i presenti e tutti gli oggetti sacri e ha invitato ancora una volta a pregare per i nostri pastori.
tratto da: info da Medjugorje
domenica 31 agosto 2008
XXII Domenica del tempo ordinario (31 agosto 2008)
(dal Libro del profeta Geremia)
Seconda Lettura Rm 12, 1-2
(dalla lettera di San Paolo apostolo ai Romani)
Vangelo Mt 16, 21-27
(dal Vangelo secondo Matteo)
i testi integrali delle letture domenicali sul sito: Maranatha.it
lunedì 25 agosto 2008
Medjugorje messaggio del 25 agosto 2008
Tratto dal sito ufficiale di Medjugorje
sabato 23 agosto 2008
XXI Domenica del tempo ordinario (24 agosto 2008)
(dal Libro del profeta Isaia)
Seconda Lettura Rm 11, 33-36
(dalla lettera di San Paolo apostolo ai Romani)
Vangelo Mt 16, 13-20
(dal Vangelo secondo Matteo)
i testi integrali delle letture domenicali sul sito: Maranatha.it
venerdì 22 agosto 2008
Festa di Maria REGINA (22 agosto)
Gli amici di info da Medjugorje ci ricordano che oggi è la festa di Maria Regina:
Oggi, 22 Agosto, la Chiesa celebra MARIA REGINA. Una settimana dopo la Solennità dell’Assunzione, celebriamo il momento in cui Maria è divenuta Regina del Cielo e della terra, Regina di ognuno di noi. In questo giorno, noi amici di Medjugorje, risentiamo nel nostro cuore le parole della Gospa: “Non temete, io sono la Regina della Pace”.
Grazie, nostra Regina, per tutto l’amore che hai per tutti noi tuoi figli! Oggi e sempre rivolgiamo a Te i nostri occhi e Tu “mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il Frutto Benedetto del Tuo Seno! O Clemente, o pia, o dolce Vergine Maria!”
Oggi, pregando il Rosario, incoroniamo con grande amore Maria come Regina del nostro cuore: Lei vi porrà il Suo Figlio Gesù, Re della Pace!
domenica 17 agosto 2008
XX Domenica del tempo ordinario (17 agosto 2008)
(dal Libro del profeta Isaia)
Seconda Lettura Rm 11, 13-15.29-32
(dalla lettera di San Paolo apostolo ai Romani)
Vangelo Mt 15, 21-2
(dal Vangelo secondo Matteo)
i testi integrali delle letture domenicali sul sito: Maranatha.it
venerdì 15 agosto 2008
15 Agosto - MAGNIFICAT
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
dal Vangelo di Luca (Lc 1,46-55)
Festa di Maria SS. Assunta (15 agosto 2008)
Prima Lettura Ap 11, 19a; 12, 1-6a.10ab
(dal Libro dell'Apocalisse di San Giovanni Apostolo)
Seconda Lettura 1 Cor 15, 20-27a
(dalla prima lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi)
Vangelo Lc 1, 39-56
(dal Vangelo secondo Luca)
i testi integrali delle letture domenicali sul sito: Maranatha.it
Parola di Vita - agosto 2008
Quanti prossimi incontri nella giornata tua - dall’alba alla sera - in altrettanti vedi Gesù.
Se il tuo occhio è semplice chi guarda in esso è Dio. E Dio è Amore e l’amore vuole unire conquistando.
Quanti - errando - guardano alle creature e alle cose per possederle! Ed il loro sguardo è egoismo o invidia o, comunque, peccato. O guardano dentro di loro per possedersi, per possedere la loro anima, e il loro sguardo è spento perché annoiato o turbato.
L’anima, perché immagine di Dio, è amore e l’amore ripiegato su se stesso è come la fiamma che, non alimentata, si spegne.
Guarda fuori di te: non in te, non nelle cose, non nelle creature: guarda al Dio fuori di te per unirti con lui.
Egli è in fondo ad ogni anima che vive e, se morta, è il tabernacolo di Dio che essa attende a gioia ed espressione della propria esistenza.
Guarda dunque ogni fratello amando e l’amare è donare. Ma il dono chiama dono e sarai riamato.
Così l’amore è amare ed esser amato: come nella Trinità.
E Dio in te rapirà i cuori, accendendovi la Trinità che in essi riposa magari, per la grazia, ma vi è spenta.
Non accendi la luce in un ambiente - pur essendovi la corrente elettrica - finché non provochi contatto dei poli.
Così la vita di Dio in noi: va messa a circolare per irradiarla al di fuori a testimoniare Cristo: l’uno che lega Cielo a terra, fratello a fratello.
Guarda dunque ad ogni fratello donandoti a lui per donarti a Gesù e Gesù si donerà a te. E’ legge d’amore: "Date e vi sarà dato" (Lc 6,38).
Lasciati possedere da lui - per amore di Gesù -, lasciati "mangiare" da lui - come altra Eucaristia -; mettiti tutto al servizio di lui, che è servizio di Dio, ed il fratello verrà a te e t’amerà. E nel fraterno amore è il compimento d’ogni desiderio di Dio che è comando: "Io vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri" (Gv 13,34).
L’amore è un Fuoco che compenetra i cuori in fusione perfetta.
Allora ritroverai in te non più te, non più il fratello; ritroverai l’Amore che è Dio vivente in te.
E l’Amore uscirà ad amare altri fratelli perché, semplificato l’occhio, ritroverà sé in essi e tutti saranno uno.
E attorno a te crescerà la Comunità: come attorno a Gesù dodici, settantadue, migliaia…
E’ il Vangelo che affascinando - perché Luce in amore - rapisce e trascina.
Poi morrai magari su una croce per non esser dappiù del Maestro, ma morrai per chi ti crocifigge, e così l’amore avrà l’ultima vittoria.
Ma la sua linfa - sparsa pei cuori - non morrà.
Frutterà, fecondando, gioia e pace e Paradiso aperto.
E la gloria di Dio crescerà.
Ma tu sii quaggiù l’Amore perfetto.
Chiara Lubich
Pubblicata sul giornale "La Via", 12 novembre 1949, e ripresa in parte su: Chiara Lubich, La dottrina spirituale, Roma 2006, p. 134-135.
martedì 5 agosto 2008
Pellegrinaggio a Lourdes
Per 6 giorni ritornerò a visitare la Grotta delle Apparizioni, che tanto ha inciso nella mia vita.
A tutti voi che leggete questo mio blog voglio dire che vi porto nel mio cuore e che lascerò una preghiera per ciascuno di voi davanti alla Grotta.
Al mio ritorno proverò a scrivere di questo viaggio raccontando, magari, anche un po' della mia esperienza ultraventennale di Pellegrinaggi a Lourdes. (la mia prima volta a Lourdes nel 1982)
Buon Giubileo!
XIX domenica del tempo ordinario (10 agosto 2008)
Prima Lettura 1 Re 19,9a.11-13a
(dal primo Libro dei Re)
Seconda Lettura Rm 9, 1-5
(dalla lettera di San Paolo apostolo ai Romani)
Vangelo Mt 14, 22-33
(dal Vangelo secondo Matteo)
i testi integrali delle letture domenicali sul sito: Maranatha.it