Noi ti lodiamo, Dio
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre,
tutta la terra ti adora.
A te cantano gli angeli
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo
il Signore Dio dell'universo.
I cieli e la terra
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli
e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti si uniscono nella tua lode;
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico figlio,
e lo Spirito Santo Paraclito.
O Cristo, re della gloria,
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre
per la salvezza dell'uomo.
Vincitore della morte,
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre.
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
Soccorri i tuoi figli, Signore,
che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria
nell'assemblea dei santi.
Salva il tuo popolo, Signore,
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo,
lodiamo il tuo nome per sempre.
Degnati oggi, Signore,
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia:
in te abbiamo sperato.
Pietà di noi, Signore,
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza,
non saremo confusi in eterno.
mercoledì 31 dicembre 2008
Maria SS. Madre di Dio (1 gennaio 2009)
IL VANGELO DELLA FESTA (Lc 2,16-21)
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, (i pastori) andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia.
E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori.
Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, (i pastori) andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia.
E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori.
Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.
domenica 28 dicembre 2008
Domenica fra l'Ottava di Natale - Sacra Famiglia (28 dicembre 2008)
IL VANGELO DELLA DOMENICA (Lc 2, 22-40)
+ Dal Vangelo secondo Luca
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, (Maria e Giuseppe) portarono il bambino (Gesù) a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui.
Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.
Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser.
Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni.
Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.
Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret.
Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
+ Dal Vangelo secondo Luca
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, (Maria e Giuseppe) portarono il bambino (Gesù) a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui.
Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.
Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser.
Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni.
Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.
Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret.
Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
venerdì 26 dicembre 2008
Medjugorje messaggio del 25 dicembre 2008
"Cari figli, correte, lavorate, raccogliete ma senza benedizione.
Voi non pregate!
Oggi vi invito a fermarvi davanti al presepe e a meditare su Gesù che anche oggi vi do, affinchè vi benedica e vi aiuti a comprendere che senza di Lui non avete futuro.
Perciò, figlioli, abbandonate le vostre vite nelle mani di Gesù affinchè Lui vi guidi e vi protegga da ogni male.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata."
Voi non pregate!
Oggi vi invito a fermarvi davanti al presepe e a meditare su Gesù che anche oggi vi do, affinchè vi benedica e vi aiuti a comprendere che senza di Lui non avete futuro.
Perciò, figlioli, abbandonate le vostre vite nelle mani di Gesù affinchè Lui vi guidi e vi protegga da ogni male.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata."
giovedì 25 dicembre 2008
Il Vangelo della Natività
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere».
Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere».
Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Natale 2008 - (25 dicembre 2008)
IL VANGELO DELLA FESTA (Gv 1,1-5.9-14)
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.
mercoledì 24 dicembre 2008
BUON NATALE
E' Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tieni la mano.
E' Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l'altro.
E' Natale ogni volta che speri con quelli che disperano.
E' Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e le tue
debolezze.
E' Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere in te e poi
lo doni agli altri.
Madre Teresa di Calcutta
E' Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l'altro.
E' Natale ogni volta che speri con quelli che disperano.
E' Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e le tue
debolezze.
E' Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere in te e poi
lo doni agli altri.
Madre Teresa di Calcutta
domenica 21 dicembre 2008
Preghiera per la Quarta Domenica di Avvento
Anche quest'anno, nella mia parrocchia, per ogni domenica del tempo di Avvento viene consegnata una preghiera da recitare in famiglia per tutta la settimana.
Ecco quella della quarta domenica:
Dio mantiene le promesse
ed è venuto il momento
in cui edificare la “casa”
promessa al re Davide.
Dio ora realizza un progetto impensabile
e per far giungere te, Gesù,
il suo Figlio prediletto,
in questa nostra storia di uomini,
sceglie una “dimora” da colmare
con tutta la sua grazia ed il suo amore.
Ma le sue vie, come sempre,
non coincidono con le nostre.
Così egli non si rivolge
alle figlie dei potenti,
alle donne dei notabili,
alle moglie dei sacerdoti:
la tua madre, Gesù,
sarà una giovane donna
di un paese senza importanza
perché il Padre vede oltre le apparenze
e coglie la disponibilità dei cuori,
perché ai suoi occhi non contano
la grandezza di un clan,
il potere di una dinastia,
i beni di una famiglia,
ma la fiducia a tutta prova
di chi è disposto a fare la sua volontà.
Del resto ciò che è decisivo
è l’azione dello Spirito,
ciò che conta è la sua bontà smisurata,
e dunque non è con le risorse dei grandi,
ma con l’umile docilità dei piccoli,
con la disponibilità dei poveri
che si costruisce una storia di salvezza.
Amen
Ecco quella della quarta domenica:
Dio mantiene le promesse
ed è venuto il momento
in cui edificare la “casa”
promessa al re Davide.
Dio ora realizza un progetto impensabile
e per far giungere te, Gesù,
il suo Figlio prediletto,
in questa nostra storia di uomini,
sceglie una “dimora” da colmare
con tutta la sua grazia ed il suo amore.
Ma le sue vie, come sempre,
non coincidono con le nostre.
Così egli non si rivolge
alle figlie dei potenti,
alle donne dei notabili,
alle moglie dei sacerdoti:
la tua madre, Gesù,
sarà una giovane donna
di un paese senza importanza
perché il Padre vede oltre le apparenze
e coglie la disponibilità dei cuori,
perché ai suoi occhi non contano
la grandezza di un clan,
il potere di una dinastia,
i beni di una famiglia,
ma la fiducia a tutta prova
di chi è disposto a fare la sua volontà.
Del resto ciò che è decisivo
è l’azione dello Spirito,
ciò che conta è la sua bontà smisurata,
e dunque non è con le risorse dei grandi,
ma con l’umile docilità dei piccoli,
con la disponibilità dei poveri
che si costruisce una storia di salvezza.
Amen
sabato 20 dicembre 2008
Quarta domenica di Avvento (21 dicembre 2008)
IL VANGELO DELLA DOMENICA (Lc 1, 26-38)
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo.
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo.
L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.
Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?».
Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».
E l’angelo si allontanò da lei.
mercoledì 17 dicembre 2008
Messaggi da Medjugorje per il tempo di avvento
5 dicembre 1985
Cari figli,
vi invito a prepararvi al Natale con la penitenza, la preghiera e le opere di carità.
Non guardate, cari figli, alle cose materiali, perché allora non potrete gustare il Natale.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata!
6 dicembre 1984
Cari figli,
in questi giorni (di Avvento) vi invito alla preghiera in famiglia.
Io a più riprese vi ho dato dei messaggi in nome di Dio, ma voi non mi avete ascoltato.
Il prossimo Natale sarà per voi indimenticabile,
purché accogliate i messaggi che vi dò.
Cari figli, non permettete che quel giorno di gioia
diventi per me il giorno più triste.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata!”
25 novembre 1998
Cari figli!
Oggi vi invito a prepararvi alla venuta di Gesù.
In modo particolare preparate i vostri cuori.
Che la santa confessione sia per voi il primo passo della conversione, e quindi, cari figli, decidetevi per la santità.
Che la vostra conversione e la decisione per la santità cominci oggi e non domani.
Figlioli, io vi invito tutti sulla via della salvezza e desidero mostrarvi la strada verso il Paradiso.
Perciò, figlioli, siate miei e decidetevi con me per la santità.
Figlioli, accettate la preghiera con serietà e pregate, pregate, pregate.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
tratto da: "Informazioni da Medjugorje"
Cari figli,
vi invito a prepararvi al Natale con la penitenza, la preghiera e le opere di carità.
Non guardate, cari figli, alle cose materiali, perché allora non potrete gustare il Natale.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata!
6 dicembre 1984
Cari figli,
in questi giorni (di Avvento) vi invito alla preghiera in famiglia.
Io a più riprese vi ho dato dei messaggi in nome di Dio, ma voi non mi avete ascoltato.
Il prossimo Natale sarà per voi indimenticabile,
purché accogliate i messaggi che vi dò.
Cari figli, non permettete che quel giorno di gioia
diventi per me il giorno più triste.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata!”
25 novembre 1998
Cari figli!
Oggi vi invito a prepararvi alla venuta di Gesù.
In modo particolare preparate i vostri cuori.
Che la santa confessione sia per voi il primo passo della conversione, e quindi, cari figli, decidetevi per la santità.
Che la vostra conversione e la decisione per la santità cominci oggi e non domani.
Figlioli, io vi invito tutti sulla via della salvezza e desidero mostrarvi la strada verso il Paradiso.
Perciò, figlioli, siate miei e decidetevi con me per la santità.
Figlioli, accettate la preghiera con serietà e pregate, pregate, pregate.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
tratto da: "Informazioni da Medjugorje"
domenica 14 dicembre 2008
Preghiera per la Terza Domenica di Avvento
Anche quest'anno, nella mia parrocchia, per ogni domenica del tempo di Avvento viene consegnata una preghiera da recitare in famiglia per tutta la settimana.
Ecco quella della terza domenica:
Ci mancano, Gesù, i profeti
della taglia di Giovanni il Battista,
ci mancano le voci che vibrano
di un amore totale per Dio,
coloro che sono disposti a mettersi
in gioco per realizzare il tuo progetto.
Ci mancano, Gesù, i profeti
onesti come Giovanni il Battista,
che ammettono i loro limiti,
che non si arrogano compiti altrui,
che riconoscono il loro ruolo
come un servizio da svolgere,
con semplicità e determinazione,
ma non sono tentati
di occupare tutta la scena
o di fare da protagonisti.
Ci mancano, Gesù, i profeti
col coraggio di Giovanni il Battista:
che ricordano ai potenti le tue leggi
e sbattono in faccia ai grandi
le loro colpe,
che vivono in prima persona
le parole che rivolgono ai loro fratelli.
Ma forse, Gesù, tu non vuoi
che noi ti domandiamo più profeti
dal momento che il tuo Spirito
dona ad ognuno di noi la possibilità
di essere una voce che squarcia
il silenzio imbarazzato di coloro
che non attendono nulla e perciò
si perdono nell'effimero e nel vano;
dona ad ognuno la forza
per indicare dove sta la salvezza
e come poter raggiungere
la pienezza della vita.
Amen
Ecco quella della terza domenica:
Ci mancano, Gesù, i profeti
della taglia di Giovanni il Battista,
ci mancano le voci che vibrano
di un amore totale per Dio,
coloro che sono disposti a mettersi
in gioco per realizzare il tuo progetto.
Ci mancano, Gesù, i profeti
onesti come Giovanni il Battista,
che ammettono i loro limiti,
che non si arrogano compiti altrui,
che riconoscono il loro ruolo
come un servizio da svolgere,
con semplicità e determinazione,
ma non sono tentati
di occupare tutta la scena
o di fare da protagonisti.
Ci mancano, Gesù, i profeti
col coraggio di Giovanni il Battista:
che ricordano ai potenti le tue leggi
e sbattono in faccia ai grandi
le loro colpe,
che vivono in prima persona
le parole che rivolgono ai loro fratelli.
Ma forse, Gesù, tu non vuoi
che noi ti domandiamo più profeti
dal momento che il tuo Spirito
dona ad ognuno di noi la possibilità
di essere una voce che squarcia
il silenzio imbarazzato di coloro
che non attendono nulla e perciò
si perdono nell'effimero e nel vano;
dona ad ognuno la forza
per indicare dove sta la salvezza
e come poter raggiungere
la pienezza della vita.
Amen
sabato 13 dicembre 2008
Terza domenica di Avvento (14 dicembre 2008)
IL VANGELO DELLA DOMENICA (Gv 1, 6-8. 19-28)
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
domenica 7 dicembre 2008
Immacolata Concezione (8 dicembre 2008)
IL VANGELO DELLA FESTA (Lc 1, 26-38)
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo.
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo.
L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.
Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?».
Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».
E l’angelo si allontanò da lei.
Parola di Vita - Dicembre 2008
"Non sia fatta la mia, ma la tua volontà" (Lc 22,42)
Ricordi?
E’ la parola che Gesù rivolge al Padre nel giardino del Getsemani e dà senso alla sua passione, seguita dalla resurrezione.
Essa esprime in tutta la sua intensità il dramma che si svolge nell’intimo di Gesù.
E’ la lacerazione interiore provocata dalla ripugnanza profonda della sua natura umana dinanzi alla morte voluta dal Padre.
Ma Cristo non ha atteso quel giorno per adeguare la sua volontà a quella di Dio.
Lo ha fatto tutta la vita.
Se questa è stata la condotta di Cristo, questo deve esser l’atteggiamento di ogni cristiano.
Anche tu devi ripetere nella tua vita:
"Non sia fatta la mia, ma la tua volontà".
Forse finora non ci hai pensato, anche se battezzato, anche se figlio della Chiesa.
Forse hai ridotto questa frase ad una espressione di rassegnazione, che si pronuncia quando altro non si può fare.
Ma non è questa la sua vera interpretazione.
Stammi a sentire: nella vita puoi scegliere due direzioni: fare la tua volontà o liberamente scegliere di fare la volontà di Dio.
Ed avrai due esperienze: la prima, presto deludente, perché ti vuoi arrampicare sul monte della vita con le tue idee limitate, con i tuoi mezzi, con i tuoi poveri sogni, con le tue forze.
Di qui, presto o tardi, l’esperienza del tran tran di un’esistenza che conosce la noia, l’inconclusione, il grigiore e, a volte, la disperazione.
Di qui una vita piatta, anche se la vuoi rendere colorita, che non soddisfa mai l’intimo più profondo di te. Lo devi confessare, non puoi negarlo.
Di qui ancora, alla conclusione, una morte che non lascia traccia: qualche lacrima e l’inesorabile totale universale dimenticanza.
La seconda esperienza: quella nella quale ripeti anche tu:
"Non sia fatta la mia, ma la tua volontà".
Vedi: Dio è come il sole.
Dal sole partono tanti raggi che baciano ogni uomo.
Sono la volontà di Dio su di loro.
Nella vita il cristiano, e anche l’uomo di buona volontà, è chiamato a camminare verso il sole, nella luce del proprio raggio, diverso e distinto da tutti gli altri.
E compirà il meraviglioso, particolare disegno che Dio ha su di lui.
Se anche tu così farai, ti sentirai coinvolto in una divina avventura mai sognata.
Sarai attore e spettatore insieme d’un qualcosa di grande, che Dio opera in te e, attraverso te, nell’umanità.
Tutto quello che ti succederà, come dolori e gioie, grazie e disgrazie, fatti notevoli (quali successi e fortune, incidenti o morti di cari), fatti insignificanti (come il lavoro quotidiano in casa, in ufficio o a scuola) tutto, tutto acquisterà un significato nuovo perché a te offerto dalla mano di Dio che è Amore.
Egli vuole, o permette, ogni cosa per il tuo bene.
E se prima lo penserai solo con la fede, poi vedrai con gli occhi dell’anima un filo d’oro legare avvenimenti e cose e comporre un magnifico ricamo: il disegno, appunto, di Dio su di te.
Forse questa prospettiva t’attira.
Forse vuoi sinceramente dar il più profondo senso alla tua vita.
Allora ascolta.
Anzitutto ti dirò quando devi fare la volontà di Dio.
Pensa un po’:
il passato se n’è andato e non puoi rincorrerlo.
Non ti resta che metterlo nella misericordia di Dio.
Il futuro ancora non c’è.
Lo vivrai quando diverrà attuale.
In mano hai solo il momento presente.
E’ in quello che devi cercare di adempiere la parola:
Non ti viene in mente di camminare su e giù per il vagone.
Così farebbe chi volesse vivere la vita sognando un futuro che ancora non c’è, o pensando al passato che mai tornerà.
No: il tempo cammina da sé.
Occorre star fermi nel presente e arriveremo al compimento della nostra vita quaggiù.
Mi chiederai: ma come distinguere la volontà di Dio dalla mia?
Nel presente non è difficile sapere quale sia la volontà di Dio.
Ti indico una via.
Ascolta dentro di te: c’è una voce sottile, forse da te soffocata troppe volte e divenuta quasi impercettibile.
Ma sentila bene: è voce di Dio.
Essa ti dice che quello è il momento di studiare, o di amare chi ha bisogno, o di lavorare, o di superare una tentazione, o di seguire un tuo dovere di cristiano, o un altro di cittadino.
Essa t’invita ad ascoltare qualcuno che ti parla in nome di Dio, o ad affrontare con coraggio situazioni difficili…
Ascolta, ascolta.
Non far tacere quella voce: è il tesoro più prezioso che possiedi.
Seguila.
Ed allora momento per momento tu costruirai la tua storia, che è storia umana e divina insieme, perché fatta da te in collaborazione con Dio.
E vedrai meraviglie: vedrai cosa può operare Dio in una persona che dice, con tutta la sua vita:
"Non sia fatta la mia, ma la tua volontà".
Chiara Lubich
Ricordi?
E’ la parola che Gesù rivolge al Padre nel giardino del Getsemani e dà senso alla sua passione, seguita dalla resurrezione.
Essa esprime in tutta la sua intensità il dramma che si svolge nell’intimo di Gesù.
E’ la lacerazione interiore provocata dalla ripugnanza profonda della sua natura umana dinanzi alla morte voluta dal Padre.
Ma Cristo non ha atteso quel giorno per adeguare la sua volontà a quella di Dio.
Lo ha fatto tutta la vita.
Se questa è stata la condotta di Cristo, questo deve esser l’atteggiamento di ogni cristiano.
Anche tu devi ripetere nella tua vita:
"Non sia fatta la mia, ma la tua volontà".
Forse finora non ci hai pensato, anche se battezzato, anche se figlio della Chiesa.
Forse hai ridotto questa frase ad una espressione di rassegnazione, che si pronuncia quando altro non si può fare.
Ma non è questa la sua vera interpretazione.
Stammi a sentire: nella vita puoi scegliere due direzioni: fare la tua volontà o liberamente scegliere di fare la volontà di Dio.
Ed avrai due esperienze: la prima, presto deludente, perché ti vuoi arrampicare sul monte della vita con le tue idee limitate, con i tuoi mezzi, con i tuoi poveri sogni, con le tue forze.
Di qui, presto o tardi, l’esperienza del tran tran di un’esistenza che conosce la noia, l’inconclusione, il grigiore e, a volte, la disperazione.
Di qui una vita piatta, anche se la vuoi rendere colorita, che non soddisfa mai l’intimo più profondo di te. Lo devi confessare, non puoi negarlo.
Di qui ancora, alla conclusione, una morte che non lascia traccia: qualche lacrima e l’inesorabile totale universale dimenticanza.
La seconda esperienza: quella nella quale ripeti anche tu:
"Non sia fatta la mia, ma la tua volontà".
Vedi: Dio è come il sole.
Dal sole partono tanti raggi che baciano ogni uomo.
Sono la volontà di Dio su di loro.
Nella vita il cristiano, e anche l’uomo di buona volontà, è chiamato a camminare verso il sole, nella luce del proprio raggio, diverso e distinto da tutti gli altri.
E compirà il meraviglioso, particolare disegno che Dio ha su di lui.
Se anche tu così farai, ti sentirai coinvolto in una divina avventura mai sognata.
Sarai attore e spettatore insieme d’un qualcosa di grande, che Dio opera in te e, attraverso te, nell’umanità.
Tutto quello che ti succederà, come dolori e gioie, grazie e disgrazie, fatti notevoli (quali successi e fortune, incidenti o morti di cari), fatti insignificanti (come il lavoro quotidiano in casa, in ufficio o a scuola) tutto, tutto acquisterà un significato nuovo perché a te offerto dalla mano di Dio che è Amore.
Egli vuole, o permette, ogni cosa per il tuo bene.
E se prima lo penserai solo con la fede, poi vedrai con gli occhi dell’anima un filo d’oro legare avvenimenti e cose e comporre un magnifico ricamo: il disegno, appunto, di Dio su di te.
Forse questa prospettiva t’attira.
Forse vuoi sinceramente dar il più profondo senso alla tua vita.
Allora ascolta.
Anzitutto ti dirò quando devi fare la volontà di Dio.
Pensa un po’:
il passato se n’è andato e non puoi rincorrerlo.
Non ti resta che metterlo nella misericordia di Dio.
Il futuro ancora non c’è.
Lo vivrai quando diverrà attuale.
In mano hai solo il momento presente.
E’ in quello che devi cercare di adempiere la parola:
"Non sia fatta la mia, ma la tua volontà".
Quando vuoi fare un viaggio - e la vita è pure essa un viaggio - stai buono sul tuo sedile.Non ti viene in mente di camminare su e giù per il vagone.
Così farebbe chi volesse vivere la vita sognando un futuro che ancora non c’è, o pensando al passato che mai tornerà.
No: il tempo cammina da sé.
Occorre star fermi nel presente e arriveremo al compimento della nostra vita quaggiù.
Mi chiederai: ma come distinguere la volontà di Dio dalla mia?
Nel presente non è difficile sapere quale sia la volontà di Dio.
Ti indico una via.
Ascolta dentro di te: c’è una voce sottile, forse da te soffocata troppe volte e divenuta quasi impercettibile.
Ma sentila bene: è voce di Dio.
Essa ti dice che quello è il momento di studiare, o di amare chi ha bisogno, o di lavorare, o di superare una tentazione, o di seguire un tuo dovere di cristiano, o un altro di cittadino.
Essa t’invita ad ascoltare qualcuno che ti parla in nome di Dio, o ad affrontare con coraggio situazioni difficili…
Ascolta, ascolta.
Non far tacere quella voce: è il tesoro più prezioso che possiedi.
Seguila.
Ed allora momento per momento tu costruirai la tua storia, che è storia umana e divina insieme, perché fatta da te in collaborazione con Dio.
E vedrai meraviglie: vedrai cosa può operare Dio in una persona che dice, con tutta la sua vita:
"Non sia fatta la mia, ma la tua volontà".
Chiara Lubich
Preghiera per la Seconda Domenica di Avvento
Anche quest'anno, nella mia parrocchia, per ogni domenica del tempo di Avvento viene consegnata una preghiera da recitare in famiglia per tutta la settimana.
Ecco quella della seconda domenica:
La differenza che c'è
tra l'acqua e lo Spirito
non è da poco, Signore.
Perché non è la stessa cosa
indicare la strada,
esortare ed offrire un consiglio,
invitare alla conversione
e invece poter cambiare,
trasformare l'esistenza,
liberare dal male,
offrire una nuova vita.
Colui che ti prepara la strada,
il profeta Giovanni il Battista,
lo sa bene, Gesù, e lo dichiara
con tutta chiarezza
perché non ci siano equivoci.
La sua missione è quella
did destare i cuori
perché siano pronti ad accogliere
l'Atteso, il Figlio stesso di Dio.
Ma solo tu puoi donare
la grazia e la misericordia,
solo tu puoi strappare
alle forze del amle e a tutto quello
che ci rovina la vita.
Ognuno di noi, Gesù, è chiamato
ad essere un po' come il Battista:
a prepararti la strada
ad allertare i suoi fratelli,
ma senza mai dimenticarsi
che solo tu salvi,
solo tu agisci
con la bontà smisurata di Dio,
solo tu fai approdare ad una felicità
impensata
Amen
Ecco quella della seconda domenica:
La differenza che c'è
tra l'acqua e lo Spirito
non è da poco, Signore.
Perché non è la stessa cosa
indicare la strada,
esortare ed offrire un consiglio,
invitare alla conversione
e invece poter cambiare,
trasformare l'esistenza,
liberare dal male,
offrire una nuova vita.
Colui che ti prepara la strada,
il profeta Giovanni il Battista,
lo sa bene, Gesù, e lo dichiara
con tutta chiarezza
perché non ci siano equivoci.
La sua missione è quella
did destare i cuori
perché siano pronti ad accogliere
l'Atteso, il Figlio stesso di Dio.
Ma solo tu puoi donare
la grazia e la misericordia,
solo tu puoi strappare
alle forze del amle e a tutto quello
che ci rovina la vita.
Ognuno di noi, Gesù, è chiamato
ad essere un po' come il Battista:
a prepararti la strada
ad allertare i suoi fratelli,
ma senza mai dimenticarsi
che solo tu salvi,
solo tu agisci
con la bontà smisurata di Dio,
solo tu fai approdare ad una felicità
impensata
Amen
Seconda domenica di Avvento (07 dicembre 2008)
IL VANGELO DELLA DOMENICA (Mc 1, 1-8)
+ Dal Vangelo secondo Marco
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaìa:
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:
egli preparerà la tua via.
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri»,
vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme.
E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico.
E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
+ Dal Vangelo secondo Marco
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaìa:
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:
egli preparerà la tua via.
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri»,
vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme.
E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico.
E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
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