sabato 31 maggio 2008

IX Domenica del Tempo Ordinario (01 giugno 2008)

Prima Lettura Dt 11, 18. 26-28
(dal Libro del Deuteronomio)
Seconda Lettura
Rm 3, 21-25a. 28
(dalla lettera di San Paolo apostolo ai Romani)
Vangelo
Mt 7, 21-27
(dal Vangelo secondo Matteo)


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domenica 25 maggio 2008

Medjugorje messaggio del 25 maggio 2008

"Cari figli, in questo tempo di grazia, in cui Dio mi ha permesso di essere con voi, di nuovo vi invito, figlioli, alla conversione. Lavorate per la salvezza del mondo in modo particolare mentre sono con voi. Dio è misericordioso e dona grazie particolari e per questo chiedetele attraverso la preghiera. Io sono con voi e non vi lascio soli. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

Tratto dal sito ufficiale di Medjugorje

sabato 24 maggio 2008

Sequenza del Corpus Domini

Sion, loda il Salvatore,
la tua guida, il tuo pastore
con inni e cantici.

Impegna tutto il tuo fervore:
egli supera ogni lode,
non vi è canto che sia degno.

Pane vivo, che dà vita:
questo è tema del tuo canto,
oggetto della lode.

Veramente fu donato
agli apostoli riuniti
in fraterna e sacra cena.

Lode piena e risonante,
gioia nobile e serena
sgorghi oggi dallo spirito.

Questa è la festa solenne
nella quale celebriamo
la prima sacra cena.

E il banchetto del nuovo Re,
nuova, Pasqua, nuova legge;
e l'antico è giunto a termine.

Cede al nuovo il rito antico,
la realtà disperde l'ombra:
luce, non più tenebra.

Cristo lascia in sua memoria
ciò che ha fatto nella cena:
noi lo rinnoviamo,

Obbedienti al suo comando,
consacriamo il pane e il vino,
ostia di salvezza.

È certezza a noi cristiani:
si trasforma il pane in carne,
si fa sangue il vino.

Tu non vedi, non comprendi,
ma la fede ti conferma,
oltre la natura.

È un segno ciò che appare:
nasconde nel mistero
realtà sublimi.

Mangi carne, bevi sangue;
ma rimane Cristo intero
in ciascuna specie.

Chi ne mangia non lo spezza,
né separa, né divide:
intatto lo riceve.

Siano uno, siano mille,
ugualmente lo ricevono:
mai è consumato.

Vanno i buoni, vanno gli empi;
ma diversa ne è la sorte:
vita o morte provoca.

Vita ai buoni, morte agli empi:
nella stessa comunione
ben diverso è l'esito!

Quando spezzi il sacramento
non temere, ma ricorda:
Cristo è tanto in ogni parte,
quanto nell'intero.

È diviso solo il segno
non si tocca la sostanza;
nulla è diminuito
della sua persona.

Ecco il pane degli angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli:
non dev'essere gettato.

Con i simboli è annunziato,
in Isacco dato a morte,
nell'agnello della Pasqua,
nella manna data ai padri.

Buon pastore, vero pane,
o Gesù, pietà di noi:
nutrici e difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.

Tu che tutto sai e puoi,
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo
nella gioia dei tuoi santi.

Amen, Alleluja

CORPUS DOMINI (25 maggio 2008)

Prima Lettura Dt 8, 2-3. 14b-16a
(dal Libro del Deuteronomio)
Seconda Lettura
1 Cor 10, 16-17
(dalla prima lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi)
Vangelo
Gv 6, 51-58
(dal Vangelo secondo Giovanni)


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sabato 17 maggio 2008

SS. Trinità (18 maggio 2008)

Prima Lettura Es 34, 4b-6. 8-9
(dal Libro dell'Esodo)
Seconda Lettura
2 Cor 13, 11-13
(dalla seconda lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi)
Vangelo
Gv 3, 16-18
(dal Vangelo secondo Giovanni)


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mercoledì 14 maggio 2008

13 maggio 1982 (affidamento e consacrazione alla Vergine)

PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO IN PORTOGALLO
PREGHIERA DI GIOVANNI PAOLO II
DI AFFIDAMENTO E DI CONSACRAZIONE ALLA VERGINE
Fatima - Giovedì, 13 maggio 1982

“Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio”!

1. Pronunciando le parole di questa antifona, con la quale la Chiesa di Cristo prega da secoli, mi trovo oggi in questo luogo da te scelto e da te, Madre, particolarmente amato. Sono qui, unito con tutti i Pastori della Chiesa in quel particolare vincolo, mediante il quale costituiamo un corpo e un collegio, così come Cristo volle gli Apostoli in unità con Pietro. Nel vincolo di tale unità, pronunzio le parole del presente Atto, in cui desidero racchiudere, ancora una volta, le speranze e le angosce della Chiesa nel mondo contemporaneo. Quaranta anni fa e poi ancora dieci anni dopo il tuo servo, il Papa Pio XII, avendo davanti agli occhi le dolorose esperienze della famiglia umana, ha affidato e consacrato al tuo Cuore Immacolato tutto il mondo e specialmente i popoli che erano particolare oggetto del tuo amore e della tua sollecitudine. Questo mondo degli uomini e delle nazioni ho davanti agli occhi anch’io oggi, nel momento in cui desidero rinnovare l’affidamento e la consacrazione compiuta dal mio predecessore nella Sede di Pietro: il mondo del secondo millennio che sta per terminare, il mondo contemporaneo, il nostro mondo odierno! La Chiesa memore delle parole del Signore: “Andate . . . e ammaestrate tutte le nazioni . . . Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28, 19-20), ha rinnovato, nel Concilio Vaticano II, la coscienza della sua missione in questo mondo. E perciò, o Madre degli uomini e dei popoli, tu che “conosci tutte le loro sofferenze e le loro speranze”, tu che senti maternamente tutte le lotte tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre, che scuotono il mondo contemporaneo, accogli il nostro grido che, come mossi dallo Spirito Santo, rivolgiamo direttamente al tuo Cuore e abbraccia, con l’amore della Madre e della Serva, questo nostro mondo umano, che ti affidiamo e consacriamo, pieni di inquietudine per la sorte terrena ed eterna degli uomini e dei popoli.
In modo speciale ti affidiamo e consacriamo quegli uomini e quelle nazioni, che di questo affidamento e di questa consacrazione hanno particolarmente bisogno.

“Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio”!

Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova!
Non disprezzare!
Accogli la nostra umile fiducia - e il nostro affidamento!

2. “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Gv 3, 16). Proprio questo amore ha fatto sì che il Figlio di Dio abbia consacrato se stesso: “Per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità” (Gv 17, 19). In forza di quella consacrazione i discepoli di tutti i tempi sono chiamati a impegnarsi per la salvezza del mondo, ad aggiungere qualcosa ai patimenti di Cristo a favore del suo Corpo che è la Chiesa (cf. 2 Cor 12, 15; Col 1, 24). Davanti a te, Madre di Cristo, dinanzi al tuo Cuore Immacolato, io desidero oggi, insieme con tutta la Chiesa, unirmi col Redentore nostro in questa sua consacrazione per il mondo e per gli uomini, la quale solo nel suo Cuore divino ha la potenza di ottenere il perdono e di procurare la riparazione. La potenza di questa consacrazione dura per tutti i tempi ed abbraccia tutti gli uomini, i popoli e le nazioni, e supera ogni male, che lo spirito delle tenebre è capace di ridestare nel cuore dell’uomo e nella sua storia e che, di fatto, ha ridestato nei nostri tempi. A questa consacrazione del nostro Redentore, mediante il servizio del successore di Pietro, si unisce la Chiesa, Corpo mistico di Cristo.
Oh, quanto profondamente sentiamo il bisogno di consacrazione per l’umanità e per il mondo: per il nostro mondo contemporaneo, nell’unità con Cristo stesso! L’opera redentrice di Cristo, infatti, deve essere partecipata dal mondo per mezzo della Chiesa.

Oh, quanto ci fa male, quindi, tutto ciò che nella Chiesa e in ciascuno di noi si oppone alla santità e alla consacrazione!

Quanto ci fa male che l’invito alla penitenza, alla conversione, alla preghiera, non abbia riscontrato quell’accoglienza che doveva!

Quanto ci fa male che molti partecipino così freddamente all’opera della Redenzione di Cristo! Che così insufficientemente si completi nella nostra carne “quello che manca ai patimenti di Cristo” (Col 1, 24).

Siano quindi benedette tutte le anime, che obbediscono alla chiamata dell’eterno Amore!

Siano benedetti coloro che, giorno dopo giorno, con inesausta generosità accolgono il tuo invito, o Madre, a fare quello che dice il tuo Gesù (cf. Gv 2, 5) e danno alla Chiesa e al mondo una serena testimonianza di vita ispirata al Vangelo.

Sii benedetta sopra ogni cosa tu, Serva del Signore, che nel modo più pieno obbedisci alla Divina chiamata!

Sii salutata tu, che sei interamente unita alla consacrazione redentrice del tuo Figlio!

Madre della Chiesa! Illumina il Popolo di Dio sulle vie della fede, della speranza e della carità!

Aiutaci a vivere con tutta la verità della consacrazione di Cristo per l’intera famiglia umana del mondo contemporaneo.

3. Affidandoti, o Madre, il mondo, tutti gli uomini e tutti i popoli, ti affidiamo anche la stessa consacrazione per il mondo, mettendola nel tuo Cuore materno.
Oh, Cuore Immacolato!
Aiutaci a vincere la minaccia del male, che così facilmente si radica nei cuori degli stessi uomini d’oggi e che nei suoi effetti incommensurabili già grava sulla nostra contemporaneità e sembra chiudere le vie verso il futuro!

Dalla fame e dalla guerra, liberaci!

Dalla guerra nucleare, da una autodistruzione incalcolabile, da ogni genere di guerra, liberaci!

Dai peccati contro la vita dell’uomo sin dai suoi albori, liberaci!

Dall’odio e dall’avvilimento della dignità dei figli di Dio, liberaci!

Da ogni genere di ingiustizia nella vita sociale, nazionale e internazionale, liberaci!

Dalla facilità di calpestare i comandamenti di Dio, liberaci!

Dai peccati contro lo Spirito Santo, liberaci! liberaci!

Accogli, o Madre di Cristo, questo grido carico della sofferenza di tutti gli uomini!

Carico della sofferenza di intere società!

Si riveli, ancora una volta, nella storia del mondo l’infinita potenza dell’Amore misericordioso!

Che esso fermi il male!

Trasformi le coscienze!

Nel tuo Cuore Immacolato si sveli per tutti la luce della Speranza!

Una speciale preghiera voglio ancora rivolgerti, o Madre che conosci le ansie e le preoccupazioni dei tuoi figli. Con invocazione accorata ti supplico di interporre la tua intercessione per la pace nel mondo, tra i popoli che, in diverse regioni, contrasti di interessi nazionali o atti di ingiusta prepotenza oppongono sanguinosamente fra di loro.
Ti supplico, in particolare, perché abbiano fine le ostilità che dividono ormai da troppi giorni due grandi Paesi nelle acque dell’Atlantico meridionale, cagionando dolorose perdite di vite umane. Fa’ che si trovi finalmente una soluzione giusta e onorevole fra le due parti, non solo per la controversia che le divide e minaccia con imprevedibili conseguenze, ma anche e soprattutto per il ristabilimento fra esse della più alta e profonda armonia, quale conviene alla loro storia, alla loro civiltà, alle loro tradizioni cristiane. Che la grave e preoccupante controversia sia presto superata e conclusa: così che anche il progettato mio viaggio pastorale in Gran Bretagna possa aver luogo felicemente, in adempimento non solo del mio desiderio, ma anche di quello di tutti coloro che questa visita ardentemente attendono ed hanno con tanto impegno e con tanto cuore preparato.

(in occasione della Festa della madonna di Fatima ho pensato opportuno ricordare l'atto di consacrazione e affidamento alla Vergine che pronunziò il Papa Giovanni Paolo II nel 1982 in occasione del suo pellegrinaggio in Portogallo - testo tratto dal sito ufficiale della Chiesa Cattolica)

sabato 10 maggio 2008

Sequenza di PENTECOSTE

Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.

Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.

Consolatore perfetto,
ospite dolce dell'anima,
dolcissimo sollievo.

Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.

O luce beatissima,
invadi nell'intimo
il cuore dei tuoi fedeli.

Senza la tua forza,
nulla è nell'uomo,
nulla senza colpa.

Lava ciò che è sordido,
bagna ciò che è arido,
sana ciò che sanguina.

Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò ch'è sviato.

Dona ai tuoi fedeli
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.

Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.

Amen


Pentecoste (11 maggio 2008)

Prima Lettura At 2, 1-11
(dagli Atti degli Apostoli)
Seconda Lettura
1 Cor 12, 3b-7. 12-13
(dalla prima lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi)
Vangelo
Gv 20, 19-23
(dal Vangelo secondo Giovanni)


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giovedì 8 maggio 2008

8 maggio 2008 - Festa della Madonna di Pompei

Supplica alla
Regina del SS. Rosario di Pompei

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.


O Augusta Regina delle Vittorie, o Sovrana del Cielo e della Terra, al cui nome si rallegrano i cieli e tremano gli abissi, o Regina gloriosa del Rosario, noi devoti figli tuoi, raccolti nel tuo Tempio di Pompei, in questo giorno solenne, effondiamo gli affetti del nostro cuore e con confidenza di figli ti esprimiamo le nostre miserie.
Dal Trono di clemenza, dove siedi Regina, volgi, o Maria, il tuo sguardo pietoso su di noi, sulle nostre famiglie, sull’Italia, sull’Europa, sul mondo. Ti prenda compassione degli affanni e dei travagli che amareggiano la nostra vita. Vedi, o Madre, quanti pericoli nell’anima e nel corpo, quante calamità ed afflizioni ci costringono.
O Madre, implora per noi misericordia dal Tuo Figlio divino e vinci con la clemenza il cuore dei peccatori. Sono nostri fratelli e figli tuoi che costano sangue al dolce Gesù e contristano il tuo sensibilissimo Cuore. Mostrati a tutti quale sei, Regina di pace e di perdono.

Ave Maria

È vero che noi, per primi, benché tuoi figli, con i peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù e trafiggiamo nuovamente il tuo cuore.
Lo confessiamo: siamo meritevoli dei più aspri castighi, ma tu ricordati che sul Golgota, raccogliesti, col Sangue divino, il testamento del Redentore moribondo, che ti dichiarava Madre nostra, Madre dei peccatori. Tu dunque, come Madre nostra, sei la nostra Avvocata, la nostra speranza. E noi, gementi, stendiamo a te le mani supplichevoli, gridando: Misericordia!
O Madre buona, abbi pietà di noi, delle anime nostre, delle nostre famiglie, dei nostri parenti, dei nostri amici, dei nostri defunti, soprattutto dei nostri nemici e di tanti che si dicono cristiani, eppur offendono il Cuore amabile del tuo Figliolo. Pietà oggi imploriamo per le Nazioni traviate, per tutta l’Europa, per tutto il mondo, perché pentito ritorni al tuo Cuore. Misericordia per tutti, o Madre di Misericordia!

Ave Maria

Degnati benevolmente, o Maria, di esaudirci! Gesù ha riposto nelle tue mani tutti i tesori delle Sue grazie e delle Sue misericordie.
Tu siedi, coronata Regina, alla destra del tuo Figlio, splendente di gloria immortale su tutti i Cori degli Angeli. Tu distendi il tuo dominio per quanto sono distesi i cieli, e a te la terra e le creature tutte sono soggette. Tu sei l’onnipotente per grazia, tu dunque puoi aiutarci. Se tu non volessi aiutarci, perché figli ingrati ed immeritevoli della tua protezione, non sapremmo a chi rivolgerci. Il tuo cuore di Madre non permetterà di vedere noi, tuoi figli, perduti, Il Bambino che vediamo sulle tue ginocchia e la mistica Corona che miriamo nella tua mano, ci ispirano fiducia che saremo esauditi. E noi confidiamo pienamente in te, ci abbandoniamo come deboli figli tra le braccia della più tenera fra le madri, e, oggi stesso, da te aspettiamo le sospirate grazie.

Ave Maria

Chiediamo la benedizione a Maria

Un’ultima grazia noi ora ti chiediamo, o Regina, che non puoi negarci in questo giorno solennissimo. Concedi a tutti noi l’amore tuo costante ed in modo speciale la materna benedizione. Non ci staccheremo da te finché non ci avrai benedetti. Benedici, o Maria, in questo momento, il Sommo Pontefice. Agli antichi splendori della tua Corona, ai trionfi del tuo Rosario, onde sei chiamata Regina delle Vittorie, aggiungi ancor questo, o Madre: concedi il trionfo alla Religione e la pace alla Società umana. Benedici i nostri Vescovi, i Sacerdoti e particolarmente tutti coloro che zelano l’onore del tuo Santuario. Benedici infine tutti gli associati al tuo Tempio di Pompei e quanti coltivano e promuovono la devozione al Santo Rosario.
O Rosario benedetto di Maria, Catena dolce che ci rannodi a Dio, vincolo d’amore che ci unisci agli Angeli, torre di salvezza negli assalti dell’inferno, porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell’ora di agonia, a te l’ultimo bacio della vita che si spegne.
E l’ultimo accento delle nostre labbra sarà il nome tuo soave, o Regina del Rosario di Pompei, o Madre nostra cara, o Rifugio dei peccatori, o Sovrana consolatrice dei mesti.
Sii ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra ed in cielo. Amen.


Salve Regina

Indulgenzia Indulgentia plenaria semel tantum, soltis conditionibus,
recitantibus supplicationem meridianam ad B. V. Mariam a S. Rosario.

sabato 3 maggio 2008

Parola di Vita - Maggio 2008

"Dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà" (2 Cor 3, 17)

L’apostolo Paolo scrive ai cristiani della città di Corinto a lui particolarmente cari. Era vissuto tra loro per quasi due anni, tra il 50 e il 52. Vi aveva seminato la Parola di Dio, gettando le fondamenta della comunità cristiana, fino a generarla come un padre .
Pochi anni più tardi, quando torna a visitarli, alcuni screditano in pubblico la sua autorità di apostolo . È l’occasione per riaffermare la grandezza del suo ministero. Egli annuncia il Vangelo non di propria iniziativa, ma perché mosso da Dio. La Parola di Dio per lui non ha più alcun velo perché lo Spirito Santo gliel’ha fatta comprendere alla luce di quanto è avvenuto in Cristo Gesù. Per questo può viverla e annunciarla con piena libertà. Essa gli consente di entrare in comunione con il Signore, di venire trasformato in Lui, fino ad essere guidato dallo suo stesso Spirito di libertà.

"Dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà"

Gesù Risorto, il Signore, continua, oggi come ai tempi di Paolo, ad agire nella storia, e in particolare nella comunità cristiana, attraverso il suo Spirito. Anche a noi dà di comprendere il Vangelo in tutta la sua novità e lo scrive nei nostri cuori in modo che sia la nostra legge di vita.
Non siamo guidati da leggi imposteci dal di fuori, non siamo schiavi costretti da ordinamenti di cui non siamo convinti e che non condividiamo. Il cristiano è mosso da un principio di vita interiore, che lo Spirito ha posto in lui con il battesimo, dalla sua voce, che ripete le parole di Gesù facendole comprendere in tutta la bellezza, espressione di vita e di gioia: le rende attuali, insegna come viverle e insieme infonde la forza per metterle in pratica.
È lo stesso Signore che, grazie allo Spirito Santo, viene a vivere e ad agire in noi, facendoci Vangelo vivo.
Essere guidati dal Signore, dal suo Spirito, dalla sua Parola: ecco la vera libertà! Coincide con la realizzazione più profonda del nostro io.

"Dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà"

Ma si sa che, perché lo Spirito Santo agisca, occorre la piena disponibilità ad ascoltarlo, pronti a cambiare la nostra mentalità, se necessario, e poi aderire pienamente alla sua voce.
È facile lasciarsi rendere schiavi dalle pressioni esercitate dal costume e dal consenso sociale, che possono indurre a scelte sbagliate.
Per vivere la Parola di vita di questo mese è necessario imparare a dire un no deciso al negativo che affiora dal nostro cuore ogni volta che siamo tentati di assuefarci a modi di agire che non sono secondo il Vangelo; imparare a dire un convinto sì a Dio ogni volta che sentiamo che egli ci chiama a vivere nella verità e nell’amore.
Scopriremo il legame fra la croce e lo Spirito, come fra causa ed effetto. Ogni taglio, ogni potatura, ogni no al nostro egoismo è sorgente di luce nuova, di pace, di gioia, di amore, di libertà interiore, di realizzazione di sé; è porta aperta allo Spirito.
In questo tempo di Pentecoste Egli potrà elargirci con più abbondanza i suoi doni; potrà guidarci; saremo riconosciuti per veri figli di Dio.
Saremo sempre più liberi dal male, sempre più liberi di amare.

"Dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà"

È la libertà che ha trovato un funzionario delle Nazioni unite, durante il suo ultimo incarico in uno dei Paesi dei Balcani. Le missioni che gli vengono affidate rappresentano un lavoro gratificante, sebbene estremamente impegnativo. Una grande difficoltà sono i prolungati momenti lontano dalla famiglia. Anche quando torna a casa è faticoso lasciare sulla porta il fardello del lavoro nel quale è coinvolto, e dedicarsi con animo libero ai bambini e alla moglie.
Improvvisamente il trasferimento in un’altra città, sempre nella stessa regione, ove è impensabile portare con sé la famiglia perché, nonostante gli accordi di pace appena firmati, le ostilità continuano. Cosa fare? Cosa vale di più, la carriera o la famiglia? Ne parla a lungo con la moglie, con la quale da tempo condivide una intensa vita cristiana. Chiedono luce allo Spirito Santo e insieme cercano la volontà di Dio per la loro famiglia. Infine la decisione: lasciare un lavoro così ambito. Decisione davvero insolita in quell’ambiente professionale. "La forza per questa scelta – racconta lui stesso – è stata frutto dell’amore reciproco con mia moglie, che non mi ha mai fatto pesare i disagi che le procuravo. Da parte mia, avevo cercato il bene della famiglia, al di là delle sicurezze economiche e della carriera e avevo trovato la libertà interiore".

Chiara Lubich

Ascensione del Signore (04 mag 2008)

Prima Lettura At 1,1-11
(dagli Atti degli Apostoli)
Seconda Lettura
Ef 1, 17-23
(dalla lettera di San Paolo apostolo agli Efesini)
Vangelo
Mt 28, 16-20
(dal Vangelo secondo Matteo)


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